Gli astronomi le hanno battezzate “mega costellazioni”, ma si tratta di tutt’altro che di stelle: ecco cosa sono e perché sono così tante a popolare il nostro cielo.
Sono stati avvistati a causa della loro luminosità e brillantezza, che possono risultare fino a 20 milioni di volte più intense delle galassie e delle stelle lontane. Alcuni osservatori li hanno confusi con anomali allineamenti di meteore, addirittura anche con flotte di UFO e in altri casi si è pensato: “Sarà uno spettacolo di droni”.
Sono una sorta di carovana di oggetti spaziali perfettamente allineati, posti alla stessa distanza gli uni dagli altri, e negli ultimi anni sono stati avvistati in quantità sempre maggiore e sempre più di frequente. Dunque cosa sono? Ebbene, “Flying Objects” sì, ma nulla di “Unknown”: si tratta dei satelliti Starlink della nota compagnia spaziale SpaceX.
”Li vedo molto spesso perché sono davvero tanti”, ha testimoniato Babak Tafreshi, fotografo del National Geographic. E ha poi proseguito: “La gente resta sorpresa non sapendo di cosa si tratti”. E allo stupore di occhi inesperti si aggiungono le perplessità degli addetti ai lavori, astronomi attivi in tutto il mondo e sempre più preoccupati per le difficoltà che il proliferare di queste flotte stanno comportando nello studio dello spazio.
A cosa servono i satelliti e perché stanno compromettendo numerosi studi astronomici
A cosa servono quindi questi satelliti e perché il loro numero è in costante aumento? Ebbene, il loro scopo principale è di consentire alle zone più remote del Pianeta Terra di connettersi a Internet attraverso la banda larga. Orbitano ad una quota di 550 chilometri dal suolo e, ad oggi, se ne contano nello spazio quasi ben 5.000 unità.
E già nel 2021, quando la loro presenza era assai inferiore, gli astronomi avevano lanciato l’allarme: almeno il 6% delle immagini catturate dal telescopio spaziale Hubble, infatti era stato “compromesso in parte o completamente rovinato”, come ha testimoniato il professore di Astronomia della Columbia University David J. Helfand. “Questo quando – ha proseguito – c’erano solo 1.500 satelliti Starlink: ora ce ne sono tre volte tanto”.
E se l’obiettivo di SpaceX è di arrivare nei prossimi anni ad una flotta complessiva di queste “mega-costellazioni” di 42.000 satelliti, il traffico non potrà che peggiorare esponenzialmente, rendendo le attività degli astronomi ancora più complicate: “Una volta si vedevano un paio di satelliti all’inizio della notte, ed era affascinante avvistare quelle stelle mobili nel cielo”, ha dichiarato il fotografo della National Geographic Tafreshi.
“Ora, ovunque si guardi, se ne vedono in grande numero. Hanno rubato la scena alle stelle”. Molti esperti del settore lo chiamano “inquinamento spaziale” e “inquinamento luminoso”, dalle ripercussioni potenzialmente assai gravi e al momento ancora imprevedibili. Per questo in molti chiedono a gran voce che le missioni satellitari nello spazio vengano al più presto regolamentate.