Un report del Wall Street Journal ha messo in evidenza come Instagram sia il social prediletto da chi vende contenuti pedopornografici.
Siamo tutti consapevoli che non bisogna demonizzare uno strumento e renderlo capro espiatorio di colpe esclusivamente umane, tuttavia è necessario anche evidenziare e denunciare i comportamenti illeciti e le falle di sistema che consentono a chi commette reati di agire indisturbati. Più volte si è parlato delle problematiche legate all’utilizzo di Instagram e a come gli algoritmi favoriscano l’emersione di contenuti dannosi per i più giovani, ma quanto scoperto dal Wall Street Jounal è qualcosa di completamente differente e di abbastanza preoccupante.
Pare infatti che Instagram sia il social di elezione per coloro che hanno intenzione di mettere in vendita contenuti pedopornografici. Stando a quanto scritto nel report del famoso quotidiano americano, infatti, gli algoritmi del social favorirebbero sia l’emersione che la compravendita di immagini illegali riguardanti i minori. Questa scottante scoperta è stata fatta attraverso una prova empirica. L’autore report ha creato un account fittizio allo scopo di verificare se su Instagram fossero celati simili contenuti e se fosse facile trovarli. In pochissimo tempo, dopo aver inserito delle chiavi di ricerca utili allo scopo, l’account del WSJ è stato inondato nel feed di contenuti sessuali riguardanti minori.
In sostanza il giornale americano ha scoperto un sottobosco in cui i pedofili vendono e acquistano immagini e filmati illegali riguardanti i minori. Tra questi ci sono video di minori che adempiono atti sessuali con adulti o con animali, ma anche video in cui i piccoli si fanno male e soffrono. Le keys di questi video e i nomi di questi account contengono frasi e parole apertamente a sfondo sessuale, chiunque potrebbe trovarli scrivendo una chiave di ricerca di questo tipo. Ciò che viene da chiedersi è, com’è possibile che simili contenuti siano sfuggi al controllo di chi si occupa di censura? Ma anche com’è possibile che parole che si riferiscono apertamente a contenuti sessuali non siano state rintracciate dai sistemi di blocco e controllo del social e automaticamente cancellate e oscurate?
Chiaramente la rivleazione del Wall Street Journal ha destato scalpore nell’opinione pubblica americana e mondiale ed aumentato i dubbi sulla qualità e l’efficacia dei sistemi di sicurezza applicati da Meta sul proprio social. L’azienda ha immediatamente risposto a quanto emerso attraverso una dichiarazione del portavoce: “Lo sfruttamento dei minori è un crimine orribile. Lavoriamo con determinazione per combatterlo sia dentro che fuori le nostre piattaforme, e per sostenere le forze dell’ordine nei loro sforzi per arrestare e perseguire i criminali che ne sono responsabili”.
Lo stesso ha chiarito che purtroppo gli adescatori cambiano metodi di continuo. Tuttavia ci ha tenuto a precisare che in questi anni sono state prese delle misure rigide ed efficaci per impedire loro di entrare in contatto con i minorenni in maniera diretta.
Per quanto riguarda invece la condivisione e la compravendita di materiale pedopornografico, il portavoce dell’azienda ha spiegato che tra il 2020 ed il 2023 i team che si occupano della salvaguardia dei minori sul social hanno smantellato 27 reti di pedofili e che in questi primi mesi del 2023 sono stati disattivati 490mila account per violazioni delle politiche di sicurezza sui minori. Il lavoro in tal senso è costante e sebbene i malintenzionati trovino un modo di aggirare le regole di sicurezza, prima o poi vengono beccati e bloccati.
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