E’ un po’ come WhatsApp: l’abitudine a utilizzare YouTube ne fa il leader. Ma ci sono altre ottime piattaforme di video gratuiti online.
Al netto di smanettoni, curiosoni, amanti delle scoperte tecnologiche, quelli che non si accontentano mai di quello che (di buono) hanno, la stragrande maggioranza degli utenti, quando si trova bene con un’applicazione o una piattaforma, tende a restarci e a utilizzarla sempre.
Anche per questo motivo WhatsApp è l’applicazione di messaggistica istantanea numero uno al mondo. A fare i puntigliosi ha meno funzionalità di Telegram in termini, per esempio, di editing, basti pensare che la tanto richiesta modifica di messaggi in chat (entro un 15 minuti dal suo invio) è stata soltanto ora rilasciata da WhatsApp, mentre Telegram ce l’ha da tempo immemore, eppure tutti a utilizzare l’app fiore all’occhiello di Meta.
Per YouTube è più o meno la stessa cosa. Sin dal 2005, quando tre baldi giovani – Chad Hurley (amministratore delegato), Jawed Karim (consigliere) e Steve Chen (direttore tecnico) – caricarono il primo video su YouTube (Me at the zoo) utilizzare YouTube è diventato un modus vivendi per l’intrattenimento, una fonte di guadagno per gli influencer.
L’abitudine ha fatto il resto, anche perché se un utente si trova bene su una piattaforma, perché cambiare? E’ qui che entrano in scena gli smanettoni, i curiosoni, quelli che non si accontentano mai: scoprono nuove piattaforme non famose e ne condividono la propria esperienza via social. Un passaparola 2.0 che contribuisce a scoprire il nuovo.
I mondi oltre YouTube
Vimeo, tanto per, è nato prima di YouTube, qualche mese prima intendiamoci, è sempre stata una vetrina internazionale per registi e creativi, permette la pubblicazione, la condivisione e i commenti di video su altri siti. A fare i precisini è stata la prima piattaforma a consentire il caricamento di video in alta definizione. Quando l’ha fatto YouTube, è sembrato chissà che.
Forse non ha avuto lo stesso appeal, ma seppur con un ritmo diverso, Vimeo è cambiato molto ultimamente, diventando una vetrina di nicchia per videomaker freelance in cerca di lavoro.
Un’altra alternativa a YouTube è Dailymotion, un po’ come Telegram per WhatsApp, il suo grande antagonista. Ha il suo pubblico, 300 milioni circa di utenti attivi ogni mese, l’attualità non manca (vedi “Le Notizie di Oggi” in bella vista), volendo anche una categorizzazione più intuitiva di YouTube.
Anche The Internet Archive è gratuita, il che di questi tempi è sempre una variante importante. Non gli manca nulla: video, immagini, documenti scritti, interi database e molto altro. Non sarà un’app di streaming video propriamente detta, ma possiede un archivio copyright-free risalenti agli albori della storia del cinema. Altro che YouTube.