Non sembrano esserci limiti alle potenzialità dell’intelligenza artificiale. Diventerà una specie di musa che predice il futuro?
Qualcuno ha già chiesto all’IA di fare previsioni su eventi futuri. Per il momento, però, più che il futuro sembra essere in grado di prevedere l’attuale presente.
A chiedere all’intelligenza artificiale di prevedere il futuro ha provveduto un team di ricercatori del Max Planck Institute for the Science of Light in Germania. L’esperimento è stato già portato avanti e dai risultati dello studio tedesco è emerso che l’IA ha indovinato quasi tutte le sue previsioni.
Cosa ha previsto l’intelligenza artificiale nella sua sfera di cristallo digitale? Un’invasione aliena? La rivolta dei robot? O una specie di apocalisse, magari dovuta al collasso del clima?
ChatGPT riuscirà davvero a dirci cosa accadrà in futuro?
Nulla di tutto questo. Per ora niente scenari alla Minority Report. Più modestamente, i ricercatori del Max Planck Institute hanno chiesto al software di fare delle previsioni sui progressi dell’IA stessa.
È diventato praticamente impossibile per i ricercatori tenere traccia della schiacciante sovrabbondanza di pubblicazioni scientifiche nel campo dell’intelligenza artificiale e restare aggiornati sui suoi progressi.
Da qui l’idea del un team internazionale guidato da Mario Krenn di creare un algoritmo di intelligenza artificiale in grado non solo di aiutare i ricercatori a orientarsi in modo sistematico, ma anche di guidarli in modo predittivo nella direzione in cui il loro campo di ricerca molto probabilmente evolverà.
Lo strumento sviluppato si chiama Science4Cast: utilizza un approccio basato su grafici per analizzare oltre centinaia di migliaia di pubblicazioni scientifiche sull’intelligenza artificiale, offrendo in tal modo delle efficaci informazioni sulla direzione futura del settore.
Una “musa artificiale” guiderà i progressi della scienza?
Tra gli obiettivi del gruppo di scienziati, oltre a prevedere le tendenze della ricerca, c’è anche quello di trasformare Science4Cast in un motore di suggerimenti personalizzato per gli scienziati, in grado da fungere da “musa artificiale” per ispirare futuri progetti di ricerca.
Per testare le capacità “predittive” dell’IA sono stati inseriti sulla macchina ben 143.000 documenti accademici risalenti al 1994. Dopodiché i ricercatori hanno chiesto all’intelligenza artificiale di formulare previsioni su come si è sviluppata l’IA nel corso degli anni in base agli studi scientifici. Bene, il software è riuscito ad azzeccare quasi tutte le previsioni: il 99%, spingendo i ricercatori a ipotizzare anche altre questioni che potrebbero essere poste all’IA per aprire nuove direzioni alla ricerca scientifica.
«La nostra ambizione è sviluppare un metodo che serva da fonte di ispirazione per gli scienziati, quasi come una musa artificiale. Ciò potrebbe potenzialmente accelerare il progresso della scienza in futuro», ha spiegato Krenn.