Giro di vite da parte del governo: nel 2024 arrivano delle restrizioni per far allontanare i bambini dai social network.
Per la scuola sono un problema, a tal punto che già dalle medie i cellulari possono entrare nell’edificio (a differenza delle elementari) ma devono restare spenti (nella stragrande maggioranza degli istituti) dall’inizio delle lezioni fino alla fine. Niente smartphone durante la merenda.
Il motivo non è tanto dato dalle chiamate, ma dai social, compreso WhatsApp, il servizio di messaggistica istantanea numero uno al mondo, utilizzatissimo dagli alunni per i più disparati motivi, anche se TikTok (in primis) e Instagram la fanno da padrone.
Se per la scuola rappresentano una criticità, mentre per i genitori i social sono ormai un incubo. La gestione è sempre più difficile, così come la preoccupazione di finire impelagati in qualche guaio serio. Ed è qui che entra in campo il governo.
Social network, ulteriori limitazioni per l’utilizzo e la monetizzazione dei dati dei bambini
Per il 2024 sono in cantiere tutta una serie di normative volte a limitare ulteriormente l’utilizzo e la monetizzazione dei dati dei bambini da parte di siti web e servizi online, soprattutto complice lo sbarco delle funzionalità AI, in arrivo su tutti i cellulari. Google ha già iniziato con i suoi Pixel 8 e 8 Pro. A gennaio toccherà a Samsung con i Galaxy S24. A cascata tutti i marchi telefonici le avranno, iPhone (a settembre 2024) compreso.
Inevitabile il giro di vite. Negli Stati Uniti verrà modificata la norma COPPA, con una stretta per quei portali e servizi online che raccolgono dati personali di bambini sotto i 13 anni: saranno costretti a fornire prima un avviso, poi il consenso verificabile dai genitori. Come ha anticipato il Forbes, le nuove norme arriverebbero a vietare alle suddette piattaforme online l’uso di informazioni personali come il numero di telefono: niente più notifiche push. Poche le eccezioni.
Una tra queste, naturalmente la scuola, ma anche i fornitori di tecnologia educativa per raccogliere, utilizzare e divulgare info personali appartenenti agli studenti per scopi didattici, escludendo gli scopi commerciali presenti al momento.
Per tutti gli altri, i dati potranno essere conservati lo stretto necessario della raccolta, ma non potranno essere conservati per altri scopi o a tempo indeterminato. La FTC ha inoltre proposto di ampliare la definizione di “informazioni personali” per includere identificatori biometrici come il riconoscimento facciale e vocale. Quel giro di vite partirà dagli Stati Uniti e ben presto è ipotizzabile che venga allargato all’Europa e il resto del mondo.