Google punta a potenziare le funzionalità del motore di ricerca attraverso l’intelligenza artificiale generativa: ecco di cosa si tratta.
Per il momento si tratta ancora della versione beta. Eppure si preannuncia già come uno sviluppo dirompente nell’ambito del Search Engine. E senz’altro gli annunci dello scorso Maggio di Alphabet lo avevano lasciato intendere senza mistero: “Con le nuove scoperte nell’AI Generativa, stiamo nuovamente reinventando ciò che può fare un motore di ricerca”, aveva annunciato la casa madre di Big G.
E aveva poi proseguito: “Con questa nuova potente tecnologia, possiamo sbloccare tipi completamente nuovi di domande a cui non avresti mai pensato che la ricerca potesse rispondere”. Quindi l’annuncio finale, con il quale ha reso noto l’obiettivo principale della compagnia, ovvero di “trasformare il modo in cui le informazioni sono organizzate, per aiutarti a ordinare e dare un senso a ciò che c’è là fuori”.
Non solo più rilevamento di dati, contenuti e informazioni, bensì una macchina in grado di computare in maniera autonoma risultati a misura di utente: imparando a conoscerlo, a comprenderne i gusti, gli interessi, le passioni – attraverso il Machine Learning – e addirittura il linguaggio – attraverso il Large Language Model – nonché riassumendo i contenuti in modo personalizzato. Una rivoluzione insomma?
Da motore di ricerca a esperienza di ricerca generativa: cosa dobbiamo aspettarci
Durante gli ultimi tre mesi dall’annuncio, Google ha continuato a sperimentare in che modo l’intelligenza artificiale generativa possa aiutare gli utenti “a navigare tra le informazioni online e arrivare al nocciolo di ciò che stanno cercando ancora più velocemente”: ad esempio, compilando interi paragrafi e anche schemi a elenco dei punti chiave di maggior interesse per l’utente, risparmiando a questi la “fatica” della navigazione tra i siti, dell’incrocio dei dati, dell’analisi e dunque della sintesi dei testi.
Per giungere ai risultati, la funzione – che verrà resa disponibile sia per la versione desktop sia per i sistemi operativi di Android e iOS – attingerà dall’intero e sempre più sconfinato universo di articoli e di contenuti del web, ad eccezione di quelli protetti da paywall da parte degli editori proprietari.
Si preannuncia quindi una sorta di estinzione dei link e dei collegamenti, come già in fondo avviene per ChatGPT? E, in questo modo, Google tenderà a occupare tutto lo spazio web possibile effettuando incroci di dati, “verifiche” (il virgolettato non è a caso) e sintesi che, almeno fino ad oggi, poteva effettuare pressoché solo l’utente visitando i vari siti emersi dalle ricerche. E dilemma dei dilemmi: facendoci trovare tutto ciò che cerchiamo già pronto, confezionato e personalizzato, quanto e cosa rimarrà delle nostre capacità di pensiero, analisi, critica e discernimento?