Potrebbe non essere una pratica così innocua: ecco i rischi collegati allo sharenting, la condivisione delle foto dei nostri bimbi.
Nell’era digitale in cui viviamo, la condivisione di momenti di vita quotidiana attraverso i social media è diventata una pratica comune. Tuttavia, questa abitudine prende una piega particolare quando si tratta dei più piccoli: uno dei fenomeni più dibattuti degli ultimi anni è lo sharenting. Fate molta attenzione!
Lo sharenting, termine derivato dalla combinazione di “sharing” (condividere) e “parenting” (genitorialità), si riferisce alla tendenza dei genitori di condividere in modo eccessivo la vita dei propri figli sui social media. Foto, video, dettagli sulla vita quotidiana e persino informazioni personali vengono spesso postati senza riflettere sulle possibili implicazioni per la privacy dei bambini.
Mentre alcuni genitori vedono nello sharenting un modo per connettersi con altri mamme e papà, mostrare orgogliosamente i successi dei propri figli e ricevere sostegno dalla comunità online, altri sollevano preoccupazioni legate alla sicurezza e al rispetto della privacy dei più piccoli.
Negli ultimi anni, lo sharenting è diventato un fenomeno che richiede una riflessione attenta da parte dei genitori sulla gestione delle informazioni dei propri figli online. La bilancia tra condivisione e protezione della privacy dei bambini è delicata. Educare gli adulti sulle possibili conseguenze è essenziale per garantire un ambiente digitale sicuro alle generazioni future.
I rischi nascosti dietro la pratica dello sharenting
Uno degli aspetti critici dello sharenting riguarda la consapevolezza limitata dei bambini sul modo in cui vengono rappresentati online. Ciò solleva domande sul loro diritto di controllare la propria narrazione digitale e sulla necessità di educare i genitori sui potenziali rischi. C’è un tema molto importante che riguarda il consenso di giovani persone che non hanno ancora sviluppato appieno le proprie capacità e le proprie prerogative di scelta.
I pericoli dello sharenting includono il rischio di pedopornografia, il furto di identità e il cyberbullismo, tra gli altri. Condividere dettagli intimi può rendere i bambini vulnerabili a sfruttamenti futuri, poiché le informazioni personali possono rimanere online a lungo. Molti esperti raccomandano una riflessione più critica da parte dei genitori prima di condividere contenuti riguardanti i propri figli.
È importante chiedersi se la condivisione sia veramente necessaria e se potrebbe avere conseguenze negative per la privacy e la sicurezza dei bambini. Le piattaforme di social media stesse stanno rispondendo a questa crescente preoccupazione offrendo opzioni di privacy avanzate e incoraggiando gli utenti ad essere più consapevoli della condivisione di contenuti legati ai minori.
Tra i consigli che ci sentiamo di darvi, quello di rendere il viso del minore irriconoscibile o coprirlo con un’emoticon, limitare le impostazioni di visibilità sui social network, evitare la creazione di un account dedicato al minore, e leggere attentamente le informative sulla privacy delle piattaforme utilizzate.