La salvaguardia dell’ambiente e della pulizia dell’aria passa anche dalle nostre abitudini in casa, soprattutto quelle legate alla pulizia
Pulire la propria casa può essere molto inquinante, anche se non ce ne rendiamo conto. Ogni giorno, per detergere le superfici e gli ambienti della nostra abitazione, ci troviamo nella condizione di utilizzare prodotti (il più delle volte liquidi) che, seppur profumati – anzi proprio per questo – rilasciano nell’aria quantità insospettate di sostanze inquinanti.
Questo tipo di sostanze non solo danneggiano l’aria che respiriamo, sia quella in casa che quella esterna, ma addirittura danneggiano a lungo termine il sistema respiratorio e possono dare anche fastidio al sistema immunitario, provocando anche l’insorgenza di tumori maligni.
Queste sostanze, delle quali probabilmente non abbiamo nemmeno mai sentito parlare, sono il più delle volte appartenenti alla famiglia degli alcooli, la cui presenza è fondamentale per far sì che i detergenti puliscano le superfici in maniera ottimale e soddisfacente. Nello specifico stiamo parlando di etanolo, isopropanolo e simili, tutte sostanze racchiuse sotto la sigla COV (Composti organici volatili). L’allarme è stato lanciato dall’Environmental Working Group (EWG), un gruppo di ricerca che ha studiato circa 30 tra i più comuni detergenti per la casa.
La pericolosità dei COV purtroppo continua anche dopo l’uso
Secondo lo studio condotto dall’EWG, la cosa veramente grave risiede nel fatto che questo tipo di sostanze dannose, i cosiddetti COV, possono continuare a volatilizzarsi in casa e nell’ambiente anche giorni dopo essere stati utilizzati (o meglio dopo aver usato i detergenti che li contengono).
Ma secondo gli esperti dell’Environmental Working Group ci sarebbe una possibilità per evitare, o comunque ridurre, la pericolosità delle sostanze che sono contenute nei detergenti commerciali per la casa. La soluzione, dunque, sarebbe quella di utilizzare i cosiddetti prodotti green, ossia quelli “ecologici”, che emettono molti meno COV rispetto ai loro omologhi commerciali, soprattutto nel caso di quelli senza profumo, che sembrerebbe essere uno dei maggiori indiziati nell’emissione degli alcooli.
«Questo studio è un campanello d’allarme affinché consumatori, ricercatori e regolatori siano più consapevoli dei potenziali rischi associati alle numerose sostanze chimiche che entrano nella nostra aria interna»: così gli esperti dell’Environmental Working Group in merito alla ricerca condotta sui COV, come riportato sull’autorevole sito GreenMe.it che si occupa costantemente di argomenti relativi alla salute dell’ambiente.