Con la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale numero 105 del giorno 7 maggio 2024, il Decreto-legge numero 60 è ufficialmente in vigore. E con esso cambiano radicalmente alcuni aspetti relativi alla NASPI, cioè all’indennità per disoccupati dell’INPS.
Infatti, entrano in campo maggiori obblighi e nuovi adempimenti per i beneficiari della NASPI che adesso rischiano seriamente di perdere il sussidio più facilmente rispetto a prima. Ma cosa cambia e quali sono questi nuovi obblighi che mettono a rischio l’indennità?
Chi fino ad oggi era abituato a prendere il sussidio di disoccupazione in maniera fissa, mese dopo mese per l’intera sua durata o fino a nuova occupazione trovata, dovrà ricredersi. Perché ti riducono la NASPI o te la revocano subito se non stai attento a cosa adesso sei obbligato a fare. Il suggerimento è questo per i percettori di NASPI o per chi è interessato a richiederla. Infatti, con il sopracitato Decreto in vigore dal giorno 8 maggio, aumentano adempimenti, obblighi e di conseguenza rischi per i disoccupati. Come per l’Assegno di Inclusione e per il Supporto Formazione e Lavoro, anche per la Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego i richiedenti per percepirla dovranno iscriversi al SIISL. Si tratta del Sistema Informativo per l’Inclusione Sociale e Lavorativa, cioè una piattaforma su cui gli interessati dovranno adempiere a diversi obblighi. Parliamo di:
Se quelli sopra descritti sono gli adempimenti a cui è assoggettato il disoccupato per poter prendere la NASPI, gli obblighi non finiscono qui. Perché con l’iscrizione al SIISL e la sottoscrizione dei patti, gli interessati devono presentarsi alle varie convocazioni degli Uffici di Collocamento. E poi devono partecipare e frequentare i corsi di formazione o qualsiasi altra iniziativa di politica attiva del lavoro che sempre i Centri per l’Impiego avvieranno. La mancata partecipazione porta, chi è già beneficiario della NASPI, a perdere il sussidio o a subire la riduzione del sussidio. Stessa sorte per chi rifiuta una offerta di lavoro congrua. E questo è l’aspetto più discutibile della novità. Una cosa che mette a repentaglio la NASPI, per esempio, per il supplente di scuola che rifiuta una supplenza mentre percepisce l’indennità. Oggi la scuola non comunica al Centro per l’Impiego il rifiuto. Adesso che tutto funziona telematicamente e tramite la piattaforma, c’è il concreto rischio che chi rinuncia a tornare a lavorare perde l’indennità.
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