Svolgere un lavoro anche dopo la pensione è ammesso per la stragrande maggioranza delle misure pensionistiche in vigore. Perché nulla vieta ad un pensionato, di lavorare soprattutto dopo aver preso una pensione grazie ai suoi contributi.
Se la pensione proviene da alcune misure di pensionamento anticipato particolari, lavorare non è ammesso. O almeno non sempre è ammesso. E chi non è conscio di queste regole rischia di perdere la propria pensione. Quindi, stop al lavoro se vuoi la pensione, altrimenti torna a lavorare e dici addio alla pensione.
Stop al lavoro se vuoi la pensione: ecco le regole che bloccano gli assegni dell’INPS
Chi va in pensione a 67 anni con la vecchiaia ordinaria, non è assoggettato a nessun vincolo e se vuole può tornare liberamente a lavorare. Lo stesso vale per le pensioni anticipate ordinarie, con 42,10 anni di contributi (per le donne 41,10). Queste pensioni vengono percepite perché il lavoratore ha maturato il diritto, primo fra tutti quello proveniente dai versamenti di contributi. Se invece la prestazione dell’INPS è assistenziale, come può essere l’assegno o la pensione sociale, tutto cambia, anche se non c’è il divieto a lavorare. Si tratta di prestazioni collegate al reddito. Anche quello da lavoro conta e naturalmente c’è il rischio che il reddito derivante dalla sopraggiunta attività lavorativa, faccia superare le soglie utili a prendere i trattamenti. Bisogna prestare attenzione.
Con il lavoro autonomo occasionale zero pericoli, ma bisogna sapere cosa fare
Invece misure come la Quota 103, o le vecchie Quota 100 e Quota 102, o nel 2024 l’APE sociale, prevedono il divieto assoluto di lavorare sia come dipendente che come autonomo. Perché per ottenere queste prestazioni, non solo bisogna cessare l’attività di lavoro per presentare domanda, ma bisogna non lavorare più per continuare a percepire il trattamento pensionistico. Un vincolo che dura fino ai 67 anni di età. In pratica, giusto gli anni di anticipo di pensione sfruttati con queste misure, sia a partire dai 62 anni con Quota 100 e Quota 103, che dai 64 anni con Quota 102 o dai 63,5 anni dell’APE sociale. L’unico lavoro che si può effettuare è quello da autonomo occasionale. Fino al tetto massimo di 5.000 euro per ogni anno solare. Il lavoro autonomo occasionale è previsto dall’ex articolo 2222 del Codice Civile. E consiste in un’attività lavorativa senza vincolo di subordinazione e senza coordinamento alcuno da prestatore d’opera e committente. Per esempio, un ex professore che svolge lezioni private a qualche studente, rientra in questa fattispecie di attività lavorativa.