L’Assegno di Inclusione è partito dal 18 dicembre scorso, perché da tale data sono iniziate le domande per entrare nel nuovo sussidio. Dal primo gennaio è scattata l’era dell’Assegno di Inclusione in sostituzione del Reddito di Cittadinanza.
Molti sono i richiedenti a cui l’INPS ha già dato la prima ricarica del nuovo sussidio. Questo è avvenuto per quanti si sono trovati ad aver presentato domanda e ad aver completato l’iscrizione in piattaforma entro il 7 gennaio. A tanti invece l’INPS ha confermato il pagamento per il 15 febbraio. Si tratta di quanti hanno completato la domanda entro il 31 gennaio. Ma a tanti altri niente da fare. la domanda risulta ancora in istruttoria, cioè acquisita ma con procedura ancora appesa. Oggi però possiamo annunciare una novità. Qualcosa che può fare comodo ai richiedenti. Parliamo del silenzio assenso.
Il fatto che la domanda di Assegno di inclusione risulta ancora, semplicemente, acquisita, può scaturire da diversi fattori. I requisiti indicati come validi dal richiedente possono essere assoggettati a controlli preventivi. Ecco una possibile causa di ritardo. Oppure può dipendere da un altro fattore. Infatti può essere che nella famiglia del richiedente c’è un soggetto preso in carico dai servizi sociali e dalle ASL. Per patologie e problemi non collegati ad una invalidità. In questo caso può dipendere da una mancata comunicazione dei dati della presa in carico da parte della struttura adibita. Ed in questo scenario che compare una importante novità, figlia del nuovo messaggio dell’Inps appena riferito ai controlli delle ASL.
L’Assegno di Inclusione è appannaggio di famiglie al cui interno ci sono soggetti sotto i 18 anni di età, sopra i 60 anni o invalidi. Ma è una misura destinata anche a chi è stato preso in carico dai servizi sociali e sanitari, anche se non è disabile. Si tratta dei soggetti in situazione di svantaggio come possono essere quelli affetti da disturbi mentali, dipendenze da alcol e droghe e così via dicendo. In questo caso la domanda di Assegno di Inclusione si può fare con una semplice autocertificazione del richiedente in cui si attende che ci siano queste problematiche. L’INPS avvia i controlli, interpellando l’Ente citato dal richiedente in domanda come quello che tiene in carico il disagiato.
Se i controlli dell’INPS non danno esito e quindi manca la risposta al richiedente, e se decorrono 60 giorni dalla domanda, la stessa è automaticamente accolta. Si tratta del cosiddetto silenzio assenso. Quindi, bisogna prestare attenzione, se l’INPS non ti risponde la tua domanda potrebbe essere lo stesso accolta.
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