Si chiama congedo straordinario ed anche se rientra tra le misure che partono dall’agevolare la vita ad un invalido, può essere una misura che favorisce il pensionamento del cosiddetto caregiver.
Parliamo naturalmente del soggetto che presta assistenza ad un parente disabile. Come caregiver ci sono alcune misure che permettono di andare in pensione prima. Ma c’è anche il congedo straordinario che permette di lasciare il lavoro 24 mesi prima in attesa di prendere la pensione.
APE sociale, Quota 41 per i lavoratori precoci e pure Opzione Donna sono tutte misure accomunate dal fatto che permettono la quiescenza anticipata. Ma sono accomunate anche da un altro aspetto. Tra i soggetti beneficiari ci sono anche i caregivers. Ma se in quanto assistenti di un parente stretto disabile, le tre misure prima citate permettono di uscire dal lavoro prima ad età variabili in base alla misura prescelta, il congedo straordinario opera in diverso modo. Niente pensione anticipata ma solo una indennità per ben 24 mesi al caregiver. La misura si affianca di fatto ai permessi Legge 104, cioè ai famosi 3 giorni di permesso al mese fruibili da chi ha un familiare disabile da assistere.
Il congedo straordinario altro non è che un periodo di non lavoro retribuito dall’INPS in base all’ultima busta paga del diretto interessato. Si tratta dell’ultima busta paga prima di avviare il congedo straordinario retribuito. Tra il lavoratore che richiede il congedo e il parente invaldo ci deve essere una convivenza. Lo stesso che accade per APE, Quota 41 e Opzione Donna. Solo che per le misure di pensionamento anticipato per i caregivers, la convivenza ha bisogno di almeno 6 mesi prima di presentare domanda. Per il congedo straordinario basta che la convivenza sia datata a partire dal giorno prima di quello da cui far partire il congedo.
Possono godere del congedo straordinario il coniuge del disabile, i genitori, i figli, i fratelli e le sorelle. Ed in questo ordine. Infatti, i genitori possono sfruttare i 24 mesi di congedo straordinario retribuito solo se l’invalido non ha coniuge, oppure se il coniuge è assente o se è a sua volta disabile. Così come i figli possono sfruttare il congedo solo se l’invalido ha il coniuge o i genitori assenti o disabili a loro volta. Prendere una indennità per due anni quindi, ma non solo. Va detto infatti che per il periodo di fruizione di questo congedo, gli interessati oltre ad essere retribuiti godono pure della relativa contribuzione figurativa.
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