Una escalation, così potremmo definire il trend che sta prendendo la materia previdenziale. Le pensioni degli italiani anche nel 2024 hanno visto un peggioramento della situazione per quanto concerne i requisiti da centrare. Ed inoltre, sono state peggiorate le regole di calcolo per alcune misure.
Se servivano conferme circa le difficoltà che il Governo italiano ha nel riformare il sistema previdenziale, eccole servite. L’ultima Legge di Bilancio non ha fatto altro che confermare questa difficoltà relativa alla carenza di risorse economiche. Ed il 2025, come dimostra anche il recente Documento di Economia e Finanza potrebbe non rappresentare una eccezione. Perché già si inizia a parlare di un nuovo peggioramento.
L’APE sociale che ha permesso fin dal suo varo nel 2017, di uscire dal lavoro con 63 anni di età e 30 o 36 anni di contributi in base alla categoria, nel 2024 è passato a 63 anni e 5 mesi. Un inasprimento di 5 mesi sull’età pensionabile. In più è stato introdotto il vincolo del divieto di cumulo con redditi da lavoro (ok solo il lavoro autonomo occasionale fino a 5.000 euro). Lo stesso vincolo della Quota 103. Altra misura che ha visto un peggioramento della situazione rispetto al passato. Perché prima liquidava la pensione con il sistema misto, adesso con il penalizzante sistema contributivo. E poi, perché prima poteva arrivare a 5 volte il trattamento minimo come importo massimo, adesso fino a 4 volte il trattamento. E sono peggiorate pure le finestre, passate da 3 e 6 mesi per lavoratori del privato e del pubblico, a 7 e 9 mesi. Perfino Opzione Donna è passata da una età di uscita a 60 anni, ad una di 61 anni.
Nel 2025 il progetto della Quota 41 per tutti resta ancora in piedi. Una misura a matrice leghista come era una volta, e su cui il Carroccio continua a spingere. Il problema sono le risorse che minano la realizzazione di questa nuova versione della pensione anticipata senza vincoli di età. A tal punto che se mai dovesse davvero materializzarsi l’occasione, si potrebbe pensare ad una quota 41 per tutti, ma con il calcolo contributivo come è accaduto quest’anno alla già citata Quota 103. E proprio su questa Quota 103 che si dovrebbe iniziare a ragionare sul da farsi nel 2025. Perché la misura scadeva nel 2023 ed è stata prorogata, ma solo fino al 31 dicembre 2024.
Le ipotesi sono due. Una prevede la conferma ancora una volta della Quota 103. Ancora per 12 mesi e fino al 31 dicembre 2025. Un’altra ipotesi è di passare a Quota 104, aumentando da 62 a 63 anni l’età minima con 41 anni di contributi. La misura era già in via di varo nel 2024, quando poi si decise di varare la conferma di quota 103. Ed è stata sempre osteggiata dalla Lega. Però resta in piedi questa novità. Che potrebbe confermare ciò che pensiamo. Sulle pensioni si cambia, ecco la Quota 104 dopo la Quota 103 che a sua volta prese il posto di Quota 102 e Quota 100. In quella escalation di cui parlavamo in precedenza.
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