I rischi legati all’obesità sono noti e pericolosissimi. Una nuova ricerca ha messo in evidenza un ulteriore aspetto allarmante che coinvolge anche il cervello: ecco cosa accade al nostro corpo.
L’obesità è una malattia gravissima che ha come conseguenza l’insorgere di altre patologie correlate ai danni del sistema cardio-circolatorio e non solo, con sviluppo di diabete di tipo 2, coronaropatie e ictus, sindrome metabolica, determinati tipi di tumore, disturbi respiratori, al fegato e alla cistifellea, osteoartrite e anche complicazioni della gravidanza. Può portare anche alla morte.
Le informazioni appena elencate sono molto note e diffuse. Tuttavia, è emerso che l’obesità nasconda un’ulteriore insidia ai danni del cervello. Questa patologia, infatti, ne altera le capacità tra cui quella di riconoscere la sensazione di sazietà. Secondo una ricerca pubblicata sulla rivista di settore Nature Metabolism, la condizione sarebbe irreversibile. Il cervello delle persone sovrappeso continuerebbe a non ricevere le risposte chimiche che dicono al corpo di aver mangiato abbastanza.
Lo studio guidato dalla dottoressa Mireille Serlie, endocrinologa dell’Università di Yale, ha coinvolto 30 persone considerate obese dal punto di vista medico e 30 persone normopeso. Sono state tutte alimentate con zuccheri, carboidrati, grassi e acqua. Ciascun gruppo di nutrienti è stato somministrato direttamente nello stomaco tramite una sonda in giorni separati.
Ciò è stato fatto per bypassare la bocca e concentrarsi sulla connessione intestino-cervello, così da poter vedere effettivamente come i nutrienti influenzino la mente in modo indipendente da fattori come vista, odorato o dal gusto del cibo. Nelle persone con peso normale, lo studio ha rilevato che i segnali cerebrali rallentavano quando zuccheri o grassi venivano immessi nel sistema digestivo.
In sostanza, il cervello riconosceva che il corpo era stato nutrito. Anche i loro livelli di dopamina erano aumentati, segnalando che i centri di ricompensa del cervello erano stati attivati. Al contrario, quando gli stessi nutrienti venivano somministrati a persone obese, l’attività cerebrale non aveva gli stessi risultati: essa non rallentava e i livelli di dopamina non aumentavano. Ciò avveniva in particolare quando il nutrimento era costituito da grassi.
Successivamente, è stato chiesto alle persone obese di perdere il 10% del loro peso corporeo per ripristinare il metabolismo e migliorare la salute generale. I test sono stati ripetuti e i risultati sono stati sorprendenti. Il dimagrimento non ha resettato il cervello: in loro non era cambiato nulla. Il danno è irreversibile. La loro mente ancora non riconosceva la sensazione di sazietà. Questa scoperta potrebbe anche spiegare perché le persone che perdono peso con successo poi tendono a riacquistarlo.
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