Andare in pensione anche solo qualche mese prima può essere una specie di toccasana per molti lavoratori. Prendere una pensione prima del previsto è una buona notizia, anche se solo di 5 mesi.
Eppure, c’è chi non sa di poter percepire la sua pensione spettante a 66 anni e 7 mesi di età e non a 67 anni. Lo sai che puoi sfruttare 5 mesi di anticipo? la domanda può essere rivolta a chi svolge un determinato lavoro. Ecco una sintetica guida alla misura che dal 2019 pochi utilizzano.
Nel 2019 aumenti di 5 mesi dell’età per la quiescenza
Il 2019 è l’anno del famoso “Decretone”. Fu ribattezzato così il Decreto n° 4 del 2019, dell’allora Governo gialloverde di Giuseppe Conte con Matteo Salvini e Luigi Di Maio Vicepremier. Il Decreto è passato agli annali come quello che ha varato la Quota 100, il Reddito di Cittadinanza e la prima Pace Contributiva. Ma anche quello dello stop al collegamento dei requisiti per le pensioni, con le aspettative di vita. A dire il vero, uno stop destinato solo a particolari categorie di lavoratori. parliamo di addetti alle mansioni gravose o di quelli addetti ai lavori usuranti. Una vera agevolazione che ancora oggi si può sfruttare. Per godere di questo sconto di 5 mesi bisogna appartenere ad una delle 15 attività di lavoro gravoso previste oggi per l’APE sociale e la Quota 41 per i precoci. Oppure bisogna appartenere alle attività di lavoro usurante a cui si applica il vantaggio della pensione con Quota 97,6.
Lo sai che puoi sfruttare 5 mesi di anticipo per la pensione? Ma attento ai contributi figurativi
Nel 2019 le pensioni di vecchiaia passarono da 66 anni e 7 mesi a 67 anni di età. La carriera contributiva restò immutata e fissata come oggi a 20 anni di contributi. Solo per gli appartenenti a quelle categorie di lavoro logorante prima citate, i 5 mesi di scatto furono bonificati. Per loro l’età è rimasta fissata a 66 anni e 7 mesi. Ed è così anche nel 2024. Però non sono sufficienti 20 anni di contributi per godere di questo anticipo di 5 mesi. Infatti, è necessario arrivare a 30 anni di versamenti. Ma soprattutto, bisogna arrivare a 30 anni di versamenti da lavoro. Non valgono quindi i contributi figurativi. Chi raggiunge i 30 anni con dentro la contribuzione figurativa (NASPI, malattia, CIG e così via dicendo), non può godere dello sconto e deve attendere i 67 anni per la pensione. Una volta raggiunti i 67 anni, dato che bastano 20 anni di contributi, anche i figurativi verranno usati per calcolare il trattamento spettante, perché sono validi anche per il calcolo della prestazione.