Ci sono delle misure di pensionamento anticipato che riguardano la generalità dei lavoratori. Per esempio, le pensioni anticipate ordinarie che non hanno distinzione alcuna tra categorie di contribuenti, tra lavoro svolto e che hanno l’unica eccezione nell’anno di sconto sui contributi da completare per le donne rispetto agli uomini.
Ci sono molte altre misure di pensionamento anticipato che invece vengono concesse solo a determinate categorie di contribuenti. Per esempio, l’APE sociale, Opzione Donna e la Quota 41 per i precoci hanno tante di queste limitazioni. Oggi però parliamo di disoccupati e invalidi, che sono due delle categorie che possono andare in pensione a 63 anni di età.
A dire il vero nel 2024 l’APE sociale è stata ritoccata dal Governo che ha aumentato di 5 mesi l’età minima di accesso. Infatti, nel 2024 gli interessati devono avere 63 anni e 5 mesi di età e non più i soliti 63 anni come la misura dal 2017 ha previsto. Possono andare in pensione con questa misura gli addetti ai lavori gravosi. Ma anche i caregivers che assistono un familiare disabile grave con cui convivono da almeno 6 mesi. E come dicevamo, possibilità anche per invalidi e disoccupati. E se per i lavori gravosi sono necessari ben 36 anni di contributi versati, per le altre tre categorie sono sufficienti 30 anni. Ma non basta essere invalidi e disoccupati in senso largo per poter percepire il trattamento anticipato a 63 anni e 5 mesi di età. Perché è necessario però rispettare delle condizioni specifiche in base alla categoria di appartenenza.
Per gli invalidi che vorrebbero provare ad avere accesso alla pensione con l’APE sociale a 63 anni e 5 mesi di età, serve essere stati riconosciuti tali dopo una visita medica presso la Commissione Invalidi Civili delle ASL. E la percentuale di disabilità deve essere non inferiore al 74%. Per i disoccupati invece il collegamento è alla NASPI. Perché i disoccupati che non hanno avuto diritto all’indennità di disoccupazione non possono sfruttare la pensione con l’APE sociale. Infatti, occorre aver percepito la NASPI e soprattutto averla percepita per intero, cioè per tutta la sua durata. Chi, per esempio, ha perso il lavoro a seguito di dimissioni volontarie, naturalmente non ha potuto avere accesso alla NASPI. E di conseguenza non potrà avere accesso all’APE sociale. In pensione a 63 anni di età, quindi, non può andare chi non è passato preventivamente dalla NASPI.
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