Una delle situazioni più diffuse oggi giorno nelle famiglie italiane riguarda le bollette della luce ad uso domestico, aumentate in maniera esponenziale. Non c’entra nulla la crisi energetica, le guerre o la crisi economica globale.
Parliamo di bollette che aumentano per via dei piani tariffari che i Fornitori utilizzano a scadenza contratto. In pratica, dopo una fase di sconti e agevolazioni, molte famiglie finiscono con il pagare tre volte tanto di tariffa rispetto ai mesi precedenti. E tutto perfettamente legale. Perché previsto dai contratti e autorizzato dalla normativa con una semplice quanto a volte non ricevuta, comunicazione ai loro clienti. Ma potrebbero essere in arrivo rimborsi sulle bollette della luce. Basta sapere come fare.
Passare di colpo da una tariffa da 0,70 euro a kW/h a 2,40 euro, e poi andare a ricorrere nelle sedi dei Fornitori e spuntare tariffe agevolate ma anche da 1,00 euro a kW/h è quello che molte famiglie oggi contestano. Alcune associazioni dei consumatori hanno già avviato azioni collettive a cui è possibile aderire semplicemente inviando documento di riconoscimento e bolletta sotto accusa. La sproporzione tra il contratto sottoscritto per la durata di 12 o 24 mesi, e la tariffa al rinnovo, rende potenzialmente contestabili queste bollette. E se l’Antitrust, cioè l’Autorità Garante della Concorrenza sul Mercato riterrà opportuno dare ragioni ai clienti finali delle bollette, allora davvero esiste la possibilità di recuperare qualcosa. E non soltanto per chi ha prodotto ricorso o aderito alle campagne di sensibilizzazione delle associazioni.
Non è raro che l’Antitrust punisca le pratiche commerciali scorrette, le pubblicità ingannevoli e quelle comparative illecite. E non serve unirsi con altri contribuenti o aderire solo alle class action di quella o quell’altra associazione. Nulla vieta ad un cittadino di segnalare autonomamente all’Antitrust qualcosa che il segnalatore ritiene anomalo. Poi sarà l’Antitrust a produrre le opportune verifiche caso per caso. Tra l’altro non c’è bisogno di spendere nulla, e nemmeno di munirsi di un avvocato. Si può fare tutto da soli scrivendo una raccomandata o una PEC all’Antitrust e specificatamente agli indirizzi:
Sul sito dell’Antitrust c’è addirittura una sezione denominata “segnala on line”, con una procedura telematica atta a segnalare alcune anomalie. Naturalmente scrivere va bene, ma poi sarebbe meglio allegare alle segnalazioni, la copia della documentazione che dimostri le scorrette pratiche adottate dalle compagnie fornitrici dell’energia elettrica ad uso abitativo o anche commerciale.
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