Riuscire ad andare in pensione prima del previsto grazie ad alcune misure che lo consentono. Ma poi, di colpo, ritrovarsi con l’INPS che revoca la prestazione e chiede la restituzione dei ratei già incassati.
Un vero incubo questo che però accade spesso soprattutto di fronte a misure di pensionamento anticipato che prevedono dei vincoli inderogabili. Ecco perché rischi di perdere la pensione, perché si tratta di vincoli che il pensionato deve rispettare.
Ecco perché rischi di perdere la pensione e di doverla restituire tutta e quando questo accade
Come dicevamo, andare in pensione prima è una cosa che molti lavoratori sognano. Ed è una cosa che alcune misure oggi in vigore permettono. Due di queste misure però hanno un vincolo molto particolare. Parliamo della Quota 103 e dell’APE sociale. La prima permette di lasciare il lavoro a partire dai 62 anni d’età con 41 anni di contributi. Ed è una misura destinata alla generalità dei lavoratori. L’APE sociale invece permette di andare in pensione a partire dai 63 anni e 5 mesi di età con 30 o 36 anni di contributi a seconda della categoria. Perché l’APE sociale è una misura che riguarda solo i caregivers, i disoccupati, gli invalidi e gli addetti ai lavori gravosi. Per le prime 3 categorie bastano 30 anni di contributi, per l’ultima ne servono 36. Si tratta di due misure differenti che sono accomunate solo dal vincolo che porta gli interessati a rischiare di perdere la pensione una volta assegnata. E di dover restituire i soldi all’INPS.
I vincoli di Quota 103 e dell’APE sociale
Il vincolo di cui parliamo è il divieto di cumulo dei redditi percepiti dalla pensione, con altri redditi da lavoro. Infatti, i beneficiari di queste due prestazioni non possono continuare a lavorare o riprendere a farlo dopo aver preso la pensione. L’unica eccezione è il lavoro autonomo occasionale fino a 5.000 euro di reddito all’anno e per anno solare. Parliamo di piccole attività, come possono essere le ripetizioni private per esempio. Il vincolo sia per l’APE sociale che per la Quota 103 termina una volta finito l’anticipo, cioè a 67 anni di età. Chi viene scovato a lavorare durante il periodo di fruizione di queste pensioni anticipate, viene punito con la sospensione della prestazione e con l’obbligo di restituire i ratei già incassati, per tutto l’anno in cui è stata ripresa l’attività lavorativa non ammessa.