Ogni volta che succede un attentato sanguinoso, viene spontaneo chiedersi perché queste persone agiscono così. Oggi vogliamo occuparci di un argomento molto dibattuto, legato proprio alla psicologia dei terroristi.
Infatti, al di là di tutte le analisi interessanti che si possono fare dal punto di vista storico, sociale e anche religioso, c’è ovviamente da comprendere anche l’aspetto psicologico di chi compie questi atti, non per giustificare ovviamente, ma per comprendere meglio.
Dopo qualche mese dagli attacchi terroristici molto violenti, come quelli che hanno colpito Parigi in quel famoso novembre, ancora rimane lo sgomento e ci si chiede come è potuto succedere.
Ecco perché viene spontaneo farsi delle domande sulla psicologia dei terroristi, soprattutto dopo tutti quegli attentati che ci sono stati in Francia ma anche in Europa, che in poco tempo hanno contribuito a renderci più insicuri e più impauriti.
Parliamo di avvenimenti che difficilmente dimenticheremo, e cioè non riusciremo a non ricordare quel momento in cui l’abbiamo saputo, come è avvenuto quel fatto così tragico, dove eravamo, cosa stavamo facendo e con chi ci trovavamo.
Tutto questo è dovuto anche al fatto che, ovviamente, in quei casi, quelle immagini così violente vengono riproposte in maniera quasi eccessiva nei media. Del resto, così come gli esperti suggeriscono, gli attentati terroristici, al di là se parliamo di organizzazioni esogene o endogene, hanno l’obiettivo di seminare il panico e suscitare terrore.
Infatti, in quei casi, non possiamo non sperimentare angoscia e meccanismi di identificazione che non possiamo controllare, soprattutto se il popolo che viene colpito lo percepiamo simile a noi, come nel caso della Francia.
Nel momento in cui sperimentiamo l’angoscia, cominceremo in maniera quasi involontaria a cambiare le nostre abitudini, perché cercheremo di aiutare tutte quelle situazioni teoricamente a rischio, eviteremo quindi teatri, ristoranti, cinema o mezzi pubblici. Ovviamente, a soffrire di più saranno le famiglie delle vittime, ma di sicuro è una cosa che cambia la psiche di tutti.
Proprio per questo sarà interessante scoprire tutto quello che c’è da sapere sulla psicologia dei terroristi.
Si tratta di fatti che avranno un’eco straordinario, diffondendo insicurezza nella popolazione e inducendo la destabilizzazione politica e sociale, soprattutto perché a volte parliamo di eventi che succedono in contesti particolari, come nel caso delle stragi a Parigi durante l’amichevole di calcio o nel locale Bataclan durante un concerto rock.
Nello specifico si tratta di situazioni legate ad eventi culturali, sportivi e musicali legati alla nostra vita quotidiana.
In quel momento, ovviamente, poi ci si comincia a interrogare su come potenziare le attività di contrasto al terrorismo a breve termine che a lungo termine.
Però, al di là di questo, è importante capire molto bene la psicologia dei terroristi e che comunque la componente psicologica sarà molto forte sia per quanto riguarda gli attentatori che sono mossi da un intento chiaro, ma anche per le vittime dirette e indirette che proveranno disagio, paura, angoscia.
Purtroppo, così come dicono gli psicologi più esperti, è inutile coltivare il mito troppo banale, ma anche rassicurante, che afferma che i terroristi sono semplicemente persone pazze.
In realtà invece la quasi totalità di essi sono da considerare sani di mente In quanto come si possiamo vedere pianificano in maniera non istintiva ma meticolosa tutti gli attacchi terroristici.
C’è un altro motivo per il quale si può affermare che sono pochi gli individui che hanno patologie mentali, nel gruppo di chi compie questi omicidi così violenti. Infatti, gli esperti di terrorismo internazionale dicono che sono proprio le stesse organizzazioni terroristiche a scartare chi non è equilibrato mentalmente.
Ma anzi, i leader di queste associazioni terroristiche sono molto selettivi quando devono scegliere un candidato, che andrà poi a compiere questi attacchi.
Molto probabilmente, secondo queste analisi, tutti i candidati che sono instabili mentalmente o poco affidabili e imprevedibili verranno scartati, perché potrebbero essere pericolosi non solo per se stessi, ma proprio per l’organizzazione terroristica.
I terroristi, infatti, hanno una loro visione del mondo dal punto di vista politico e ideologico, che comunque è molto lucida, e quindi non c’entra niente con le patologie mentali. Inoltre, questi individui vengono selezionati proprio perché sono in grado di effettuare attentati violenti, non perché sono malati di mente.
Quindi, la radice del terrorismo non va cercata nella malattia mentale, ma piuttosto in una serie di motivazioni politiche, sociali, religiose o economiche che spingono questi individui ad aderire a queste organizzazioni e a compiere questi attacchi.
In generale, cercare di trovare un profilo psicologico comune a coloro che commettono atti terroristici è estremamente difficile, in quanto tra i militanti si trovano molte diverse personalità, proprio come in qualsiasi altro gruppo di persone.
Pertanto, generalizzare su questi aspetti è inutile, poiché ogni gruppo terroristico agisce in modo diverso e ha le proprie motivazioni.
Tuttavia, ci sono alcune caratteristiche comuni che fanno parte del pensiero dei terroristi, come una rigidità di pensiero chiusura mentale, manicheismo, scarso senso della realtà e odio verso la società.
Inoltre, molti di loro hanno competenze militari e sono molto fanatici, ma sono anche molto disciplinati e motivati dall’idea di riscatto.
In conclusione, possiamo dire che i terroristi sono contraddistinti da una costante dedizione criminale alle organizzazioni terroristiche, velocità di movimento, disponibilità all’azione, adattabilità allo stress, alla vita clandestina e all’isolamento.
Inoltre, devono avere un aspetto comune per non destare sospetti e non attirare troppa attenzione. Spesso sono religiosi e hanno una fede incondizionata nei Testi Sacri, ma possono avere anche un basso livello culturale.
Tuttavia, dietro di loro c’è spesso una famiglia solida e unita, che li supporta e che ha dato loro un’educazione basata sull’odio verso la diversità e la separazione. Quello che li spinge, infatti, è proprio l’odio nonché la mancanza di empatia è l’incapacità di provare compassione e tenerezza per quelle persone anche innocenti che uccideranno.
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