La tradizione prevede di gettare una moneta con la mano destra sopra la spalla sinistra nella fontana. Ma che fine fanno poi queste?
Roma, la città eterna, custodisce uno dei suoi gioielli più amati e celebri: la Fontana di Trevi. Una maestosa opera barocca che è diventata un’icona della città e una delle fontane più famose al mondo. Non solo per il suo indiscusso valore architettonico, ma anche per la rinomata usanza del lancio della monetina. Sapete dove vanno a finire? Si tratta di una somma importante, che viene spesa così.
La storia della Fontana di Trevi risale al XV secolo, quando papa Niccolò V commissionò la costruzione di un acquedotto per migliorare l’approvvigionamento idrico della zona. Tuttavia, l’aspetto attuale dell’attrazione è dovuto al genio creativo del grande architetto Nicola Salvi, che la progettò nel 1732. Fu completata nel 1762 da Giuseppe Pannini, dopo la morte di Salvi.
L’architettura della Fontana di Trevi è un trionfo del barocco. Questa è incorniciata da un imponente arco di trionfo sormontato dalla statua di Oceano, circondato da cavalli marini e tritoni che rappresentano le forze della natura. Al centro, la figura di Nettuno emerge tra le onde, impartendo la sua benedizione al mare. L’intera composizione è un capolavoro di sculture marmoree che cattura l’essenza della mitologia e della grandezza romana.
Come detto, non si tratta solo di un’opera dall’alto valore architettonico e culturale. Una delle immagini più note legate alla fontana è quella di Anita Ekberg, immortalata nella celebre scena del film La Dolce Vita di Federico Fellini, che si immergeva nelle acque della Fontana di Trevi. Questo momento è diventato un’icona cinematografica e ha contribuito a rendere l’attrazione ancora più famosa nel mondo.
La Fontana di Trevi è anche celebre per una suggestiva tradizione: gettare una moneta con la mano destra sopra la spalla sinistra nell’acqua. Si dice che chi compie questo gesto assicuri il suo ritorno a Roma. Ma che fine fanno le monete lanciate nell’acqua? Lo sapete? Queste vengono raccolte quotidianamente e sono devolute a scopi benefici, sostenendo progetti di carità nella città.
In particolare, le somme raccolte vengono donate alla Caritas, per i suoi tanti progetti in favore di chi è in difficoltà. Da 15 anni, grazie a un accordo periodicamente rinnovato con il comune di Roma, l’ente caritatevole si prende cura del raccolto, che viaggia su una media di un milione e mezzo di euro all’anno, per aiutare i poveri della città, e non solo.
Si tratta di circa il 10% del bilancio romano, con picchi che possono arrivare anche a 7mila euro per singola raccolta. È l’Acea, fornitore di energia elettrica e gas che gestisce anche l’illuminazione artistica, a raccogliere le monete che, ovviamente, non sono solo in euro: una macchina aiuta a separare questi dalle valute straniere.
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