Sono tante le motivazioni che possono nascondersi dietro i dolori nella parte alta dell’addome. Una delle più pericolose riguarda il fegato.
Le motivazioni possono essere le più svariate. Se abbiamo dolori continui nella parte alta dell’addome è assolutamente necessario, anzi, fondamentale, consultare un medico. Perché, nella vasta gamma delle cause, potrebbe c’entrare anche il fegato. Ecco in che modo.
Problemi come gastrite, ulcere o reflusso gastroesofageo possono causare dolori nella parte superiore dell’addome. L’infiammazione o l’irritazione della mucosa gastrica possono generare sensazioni spiacevoli, accompagnate talvolta da nausea o indigestione. Nonostante la localizzazione apparentemente addominale, alcuni disturbi cardiaci possono manifestarsi con dolore nella parte interessata. È essenziale escludere eventuali problemi di questo tipo attraverso un esame medico adeguato.
Il trattamento dipenderà dalla diagnosi. Terapie farmacologiche, modifiche dello stile di vita e, in alcuni casi, interventi chirurgici possono essere raccomandati a seconda della condizione individuale. Nella vasta gamma delle cause, infatti, non è trascurabile l’ipotesi che questi dolori siano causati dal fegato. Avete mai sentito parlare della steatosi?
Quando il dolore alla parte alta dell’addome indica un problema al fegato
La steatosi, comunemente nota come “fegato grasso”, è una condizione caratterizzata dall’accumulo eccessivo di grasso nelle cellule epatiche, compromettendo il corretto funzionamento dell’organo. Studi recenti indicano un aumento significativo dei casi di tale patologia, paralleli all’epidemia di obesità. Le cause principali di questa condizione sono legate a stili di vita poco salutari, tra cui una dieta ricca di grassi saturi, zuccheri raffinati e una scarsa attività fisica.
La steatosi non risparmia né adulti né bambini, rappresentando una minaccia per la salute pubblica. Un punto focale nella prevenzione e nel trattamento della patologia è la consapevolezza sull’alimentazione. Ridurre il consumo di cibi ad alto contenuto di grassi e zuccheri è cruciale. Le diete ricche di frutta, verdura e proteine magre possono svolgere un ruolo fondamentale nel contrastare il disturbo.
Non trattata, la steatosi può evolvere in forme più gravi, come la steatoepatite non alcolica (NASH), che può portare a cicatrici permanenti nel fegato (fibrosi) e persino alla cirrosi epatica. Il rischio di sviluppare complicanze come l’insufficienza epatica o il carcinoma epatocellulare aumenta notevolmente.
La diagnosi precoce è cruciale per affrontare efficacemente la steatosi. Esami del sangue, ecografie e, in alcuni casi, biopsie epatiche possono contribuire a identificare la presenza di questa condizione. La consapevolezza dei sintomi, come affaticamento persistente e dolore nella zona addominale superiore, è essenziale per la tempestiva identificazione.