In questo articolo di approfondimento politico abbiamo deciso di analizzare la posizione di Alberto Bagnai sull’euro.
Alberto Bagnai per molti anni è stata una figura molto importante all’interno del suo partito, la Lega Nord, soprattutto per quanto riguarda l’ambito dell’euro. Questo è un argomento sul quale questo economista, docente universitario e appunto politico, ha dedicato molte delle sue attenzioni e molte delle sue battaglie
Per inquadrare meglio l’argomento intanto è utile conoscere la traiettoria personale di Alberto Bagnai, nato nel 1959 a Napoli. Egli ha studiato economia alla Bocconi di Milano, per conseguire dopo un dottorato di ricerca in economia in un’ università del Regno Unito.
Il percorso universitario l’ha reso molto esperto per quanto riguarda le materie economiche e quindi anche sull’euro e su tutto quello che ha comportato l’adozione di questa moneta, nei vari paesi europei, Italia inclusa.
Al di là del suo percorso politico, Alberto Bagnai ha anche lavorato come professore associato di economia, in varie università del nostro Paese. Inoltre prima di entrare nel partito politico della Lega Nord, aveva fondato un suo movimento politico dal nome Italia sovrana.
Questo partito, come suggerisce già il suo nome, puntava alla sovranità economica del nostro Paese e appunto all’uscita dell’Euro.
Soprattutto nei primi anni della sua carriera politica che lo hanno visto, dopo la fondazione del suo partito, entrare nel partito della Lega Nord di Matteo Salvini, è stato un acerrimo combattente nei riguardi dell’’adozione dell’Euro nel nostro Paese, ma la sua posizione è mutata nel corso del tempo.
All’inizio Alberto Bagnai pensava che l’adozione di questa moneta unica potesse essere positiva per il processo di integrazione Europea, però poi la sua posizione è cambiata nel tempo.
Già a partire dal 2008, funestato da una crisi finanziaria globale che tutti ci ricordiamo, la sua posizione è diventata molto critica. La sua posizione è molto chiara ma Alberto Bagnai l’ha voluta spiegare meglio nel 2012, pubblicando un libro dal titolo “Il Tramonto dell’Euro”.
Nello stesso libro Infatti sosteneva che l’euro era stato mal concepito già dalla partenza e dalle sue basi. Bagnai in quel caso aveva dichiarato che l’Euro avrebbe provocato una serie di problemi non solo economici, ma anche sociali, nei vari paesi europei, e in particolare nel nostro.
Sempre in questo libro Alberto Bagnai faceva riferimento ai problemi che avrebbe portato l’Euro nel nostro Paese. In particolare si riferiva intanto all’aumento della disoccupazione e soprattutto alla riduzione dei salari o comunque allo scarto tra l’aumento dei prezzi, dovuto al cambio di moneta, e l’aumento dei salari.
Non a caso spesso ha criticato la posizione di chi invece sosteneva che con l’Euro avremmo lavorato dei giorni in meno e che quindi sarebbe stato un vantaggio anche per noi, per la nostra economia e per il nostro sistema sociale e lavorativo.
Ma soprattutto Alberto Bagnai sosteneva che l’adozione dell’Euro faceva parte di un disegno più grande che poi ha portato anche la cosiddetta politica dell’austerity dell’Unione Europea. Quest’ultima come tutti sappiamo ha imposto il taglio della spesa pubblica, soprattutto nei Paesi a più alto debito, come appunto l’Italia.
Per questo durante il suo percorso politico il professore, poi diventato onorevole Bagnai nelle file della Lega Nord, ha proposto varie soluzioni per risolvere i problemi dell’eurozona. Quindi in questo senso ha modificato la sua posizione sull’euro, visto che sosteneva che comunque il mantenimento di una valuta comune doveva essere basata su una serie di regole fiscali condivise, oltre che della creazione di un fondo di garanzia europeo per i depositi bancari.
La posizione di Alberto Bagnai, che soprattutto negli anni scorsi è stato al centro del dibattito proprio perché si battuto contro l’Euro, era molto collegato alla sua idea di sovranità economica di ogni Stato.
In pratica la sua idea era che una nazione per prosperare doveva avere la sua moneta personale.
Naturalmente le posizioni di ogni politico risentono anche del momento che vive il suo partico politico. Quindi l’onorevole Alberto Bagnai è stato molto in difficoltà quando il partito dove milita, la Lega Nord, è entrato a far parte del governo di unità nazionale presieduto da Mario Draghi.
Mario Draghi che come tutti sappiamo è stato presidente della Banca Europea, ma soprattutto grande sostenitore dell’euro. Tutti ricordiamo la famosa frase “whatever it takes”, che è stata decisiva per salvare l’euro in un momento di grave crisi sia della moneta unica e anche dell’Europa in generale.
All’interno di questa coalizione di governo definita da alcuni come un assembramento, anche Alberto Bagnai ha dovuto scendere a compromessi sia per quanto riguarda aspetti economici ma anche ideologici come per esempio quello legato all’adozione del Green pass.
Come possiamo vedere quindi le posizioni dei politici spesso devono essere riviste in base alla fase e al momento che stanno vivendo insieme al loro partito. Ma soprattutto alcune battaglie non si possono portare avanti per sempre: infatti della moneta unica euro ormai se ne parla veramente poco.
Questa battaglia era iniziata più di 10 anni grazie al lavoro sia di Alberto Bagnai ma anche di un altro grande economista, anch’esso ora facente parte della Lega Nord e cioè Claudio Borghi.
Entrambi si sono battuti molto per difendere le loro teorie su quella che sarebbe dovuta essere l’uscita dall’Euro da parte dell’Italia. La loro battaglia è stata portata avanti grazie anche al Web, che ha permesso loro di diffondere le loro idee e i loro insegnamenti sull’economia, a un pubblico molto vasto di persone, che fino a quel momento sapevano veramente molto poco sulla questione.
Infatti hanno scritto molto articoli e hanno creato anche un blog. Ormai le cose sono cambiate però non è cambiato il loro impegno nel diffondere le conoscenze sull’economia, che purtroppo non tutti hanno, e che rappresentano una grossa lacuna nel nostro paese.
Secondo Borghi e Bagnai infatti in Italia manca la consapevolezza di come stanno le cose per quanto riguarda la politica economica in Europa.
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