Chi ha animali domestici sa bene come sia necessario dotarli di microchip. Ora però questo non sarà l’unico obbligo da seguire per i proprietari.
Avere animali domestici, soprattutto cani e gatti, può rappresentare una compagnia davvero piacevole a tutte le età. Tanti, ad esempio, ritengono importante abituare i bambini a crescere con un cucciolo, consapevoli di come possa essere forte il rapporto che si crea e come possa allo stesso tempo aiutare a renderli responsabili, spingendoli a stare loro vicino per far sì che stiano bene.
La loro gestione può essere però dispendiosa, specialmente se dovessero nel tempo ammalarsi. È però importante conoscere anche quali siano gli obblighi a cui si deve ottemperare per legge, destinati ad aumentare. Fino ad ora tutti erano a conoscenza della necessità di dotarli di un microchip, ma ci sarà presto un’altra normativa che sarà bene conoscere se non si vuole andare incontro a spiacevoli conseguenze.
Animali domestici: arriva un altro obbligo oltre al microchip
Chi ha avuto almeno una volta animali domestici sa bene come sia obbligatorio dotarli di microchip (in allevamento è l’allevatore a occuparsene), strumento che consente di capire chi sia il proprietario nel caso in cui dovesse perdersi. Ora, però, c’è un altro onere a cui tutti dovranno ottemperare e che sarà meglio conoscere.
Si tratta della necessità di registrare il cane all’anagrafe canina, esattamente come le persone, a partire dal 10 gennaio 2024. Chi non avrà provveduto a farlo o acquisterà un quattro zampe senza microchip sarà soggetto a sanzioni. La nuova normativa modifica così quanto era necessario fare fino a un anno fa. In quel caso, era obbligatorio inserire il microchip entro 30 giorni dalla nascita o entro i 15 giorni dal possesso del cane.
Chi non lo farà ora potrebbe subire una multa che va da 100 a un massimo di 600 euro. Il provvedimento, è bene precisarlo, non è valido almeno per il momento a livello nazionale, bensì in Campania. Tuttavia non è escluso che presto possa avere valenza in tutto il Paese.
Per eseguire l’operazione ci si dovrà recare presso il veterinario più vicino per fornire gli elementi di tracciabilità previsti, ovvero codice fiscale del proprietario, microchip e data di nascita della madre del proprio cane. A quel punto sarà il medico ad applicare il microchip, facendo richiesta di iscrizione all’anagrafe. È poi compito dell’ASL portare a termine la procedura.
Una lotta importante al randagismo
La norma si pone l’obiettivo di ridurre il randagismo, fenomeno ancora oggi troppo diffuso. La registrazione all’anagrafe canina sarà obbligatoria infatti anche per i cani randagi: nel loro caso prima sarà necessario accalappiarli, poi portarli in canile e successivamente inserire il microchip. Solo a questo punto potranno essere adottati.
Chi invece decide di accogliere Fido sotto forma di acquisto, come accade in allevamento, potrà prenderne uno solo con microchip già inserito, proprio perché obbligatorio per legge. Grazie a tale strumento, inoltre, diventa più semplice restituire gli animali domestici smarriti ai legittimi proprietari (dal 2020 è richiesto anche per i gatti).
Nel caso in cui se ne dovesse trovarne uno in strada, sarà quindi possibile rivolgersi al veterinario più vicino per capire se sia scappato. Questo piccolo accessorio, poi, risulta un deterrente per evitare che si decida di abbandonarli in maniera volontaria, visto che si andrebbe incontro a conseguenze importanti anche sul piano legale. Si tratta, infine, di uno strumento determinante quando si deve effettuare la vaccinazione annuale o chiedere una ricetta per un medicinale.