La nuova sorprendente ricerca ha rivelato che, secondo gli scienziati, sono 3 i fattori chiave che permettono di vivere fino a 100 anni.
Da sempre gli scienziati si interrogano sul segreto della longevità. Si tratta, infatti, di una delle questioni più pressanti del nostro tempo, che sembra andare sempre più veloce di noi. È indubbio però che solo rispetto a 70 anni fa l’aspettativa di vita si sia alzata parecchio nel nostro Paese a causa di uno stupefacente benessere economico che ha impattato tutto l’Occidente e quindi i paesi più sviluppati.
Va da sé che una migliore qualità della vita implichi una speranza di vita più lunga. Se si può insomma stare al caldo in inverno e al fresco in estate, mangiare bene e soprattutto poter accedere ad una serie di servizi garantiti dallo stato sociale, primo tra tutti la sanità pubblica, è più semplice curare sia il proprio tenore che la propria aspettativa di vita, a differenza invece dei paesi del terzo mondo o con una situazione politica precaria e traballante.
Senza un buon governo, stabile e democratico, lo sviluppo di uno stato è infiacchito alla base. A prescindere però da quello che la politica possa fare per i propri cittadini, è indubbio che la longevità abbia anche una componete personale non da poco. Come spiegare allora perché anche nell’antichità alcuni uomini hanno vissuto fino a 70/80 anni mentre altri non sono arrivati nemmeno a compierne 40?
Partendo da questa semplice, ma mai del tutto risolta domanda, gli scienziati sono arrivati a una loro conclusione davvero strabiliante. Secondo un nuovo studio la longevità è una questione di genetica e i 3 fattori chiave per una vita lunga, se non addirittura centenaria, si possono trovare nel nostro sangue.
I ricercatori svedesi dello Sweden’s Karolinska Institutet, infatti, hanno scoperto che le persone che vivono fino a 100 anni presentano livelli più bassi di tre composti specifici. Innanzitutto sono davvero pochi i centenari che registrano livelli di glucosio alti nel sangue. Questo, per chi non lo sapesse, è responsabile di diverse patologie, tra cui il diabete, che se non curato come si deve accorcia l’aspettativa di vita.
Il secondo fattore riguarda la creatinina. Più essa registra valori alti e più si corre il rischio che il fegato non riesca a depurare il sangue adeguatamente da tale sostanza di scarto prodotta dall’attività metabolica e che può causare, tra le altre cose, anche malattie croniche renali. Infine, l’ultimo elemento da tenere in considerazione è l’acido urico. Se elevato, può causare gotta, malattie renali e diabete.
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