La Via degli Dei è il libro di Stefano Fazzioli, edito dalla casa editrice Edizioni dei Cammini nel 2016. Negli ultimi anni è possibile sicuramente dire che stanno spopolando i cammini escursionisti, che possono essere considerati dei percorsi che vengono effettuati per andare in pellegrinaggio o per avere un contatto più diretto con la natura è una possibilità in più di entrare in uno stato di profondo contatto con se stessi mentre si cammina.
Ogni volta che si stabilisce quale percorso ci piacerebbe fare, o si vuole individuare una strada che ancora non si conosce, la libreria è un punto di riferimento importante perché fornisce guide, romanzi autobiografici e tantissimi altri tipi di libri utili a farsi un’idea specifica di quel determinato cammino prima di intraprenderlo.
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Altri particolari su questo libro
Informazioni sul percorso
Questo libro, in particolar modo, parla di uno dei percorsi più famosi in Italia ovvero la Via degli Dei. Il punto di partenza e il punto di destinazione di questo percorso vanno ad unire Piazza maggiore, a Bologna, a Piazza della Signoria a Firenze.
Quindi è possibile dire che questo percorso si dipana tra la regione dell’Emilia-Romagna e quella della Toscana già a partire dall’epoca etrusca.
Durante il percorso si attraversa dunque l’Appennino tosco emiliano così come facevano già i nostri antenati a partire dal 187 a.C.. Questa strada era conosciuta inizialmente grazie al nome di Flaminia Militare e veniva considerata la principale via romana utile a collegare Arezzo e Bononia.
Uno dei problemi principali quando si decide di intraprendere un cammino escursionistico è proprio la paura di incappare in qualche pericolo: proprio per questo le persone ricorrono all’acquisto di guide o di romanzi che contengono dei consigli utili per poterlo svolgere in sicurezza e ripercorrere le orme degli antichi viandanti. Questo percorso in particolare, può essere fatto in vari modi ma in genere è possibile suddividere la tratta in cinque tappe, svolgendo una tappa al giorno per un totale di cinque giorni in tutto.
Naturalmente questa è una cifra indicativa, perché si può anche fare una suddivisione completamente diversa del percorso sulla base del tempo che abbiamo a disposizione o del nostro grado di preparazione e di allenamento fisico e atletico. Oggi il motivo per cui questa via è così famosa è perché va a collegare due delle città più importanti dell’Italia del centro Nord. Che, in questo modo, sia occasione di visitare approfonditamente, volendo.
Nome della tratta: qual è il senso?
La Via degli Dei si chiama così perché i monti dell’Appennino che vengono attraversati hanno il nome di divinità. Si tratta infatti di percorrere una strada tra il monte Luario, il monte Venere e il Monte Adone.
Sebbene lungo il percorso ci siano delle segnaletiche specifiche, dei cartelli abbastanza visibili così come tratti di selciati che risalgono, appunto, alla via di origine romana, avere una guida con sè e soprattutto scritta con cognizione di causa da qualcuno che ha percorso questa strada può essere realmente utile e soprattutto invogliarmi a conoscerla in ogni suo tratto.
Particolarità e curiosità sul percorso
Prima di tutto il consiglio è sempre quello di intraprendere questi percorsi storici o escursionisti in stagioni che sono un po’ più favorevoli alle lunghe camminate.
I mesi più favorevoli sono quelli che vanno dalla metà della primavera alla prima metà dell’autunno. Dal momento che ogni anno tantissime persone decidono di affrontare questo percorso, lungo la strada sono sorte anche delle attività ricettive, dei servizi a quelli che vengono considerati viandanti.
Infatti, a differenza di un altro cammino famosissimo che potrebbe essere il cammino di Santiago o, per rimanere in Italia, la via Francigena, in questo caso non si parla di pellegrini.
Quindi, studiando in anticipo il percorso, anche grazie ai suggerimenti che fornisce Stefano Fazzioli all’interno del suo libro, si potrà avere un controllo maggiore della situazione e fronteggiare meglio gli eventuali imprevisti.
Se si desidera pernottare all’interno di una struttura ricettiva, allora si dovrà muoversi per tempo perché comunque la via risulta piuttosto frequentata negli ultimi anni tanto da essere uno dei primi tre cammini più percorsi di dagli amanti delle camminate.
Altrimenti, se vogliamo andare un po’ più all’avventura sarebbe bene portare con sé una tenda, di modo che possa costituire una valida alternativa alla mancanza di posti disponibili.
Conclusioni
Acquistato questo libro si potrà accendere il proprio immaginario, ma soprattutto si potrà decidere se percorrere questo percorso da soli, senza troppo tenerlo, proprio per una conoscenza pregressa di ciò a cui stiamo andando incontro.
Molte persone preferiscono fare le escursioni in solitaria, per prendersi del tempo per se stessi lontano dalla civiltà ma, non è detto che durante questo viaggio, e durante i giorni che sono necessari ad arrivare a destinazione, non si faccia conoscenza.
Le zone più pittoresche sono costituite dai boschi dell’Appennino, che soprattutto in alcune stagioni rendono realmente il paesaggio incantevole.
Bisogna tenere in conto, comunque, che in estate potrebbe esserci particolarmente caldo, soprattutto durante il giorno ed è per questo che in tanti preferiscono i mesi di ottobre o di maggio dove comunque ci sono molte ore di luce durante il giorno e quindi la possibilità di camminare per parecchio tempo.
È vero, infatti, che i boschi possono offrire un riparo e dunque un refrigerio ma alcuni tratti sono completamente sprovvisti di riparo e quando il sole batte potrebbe essere un problema per chi soffre la calura.
La lunghezza totale di questo percorso raggiunge all’incirca i 130 km, quindi se si decide di fare il percorso in cinque giorni, si dovranno percorrere all’incirca una media di 26 km al giorno.
A seconda della velocità del proprio passo si potrà stabilire quante ore al giorno serviranno per raggiungere le tappe e a seconda, sempre, della propria soggettiva anche il quantitativo di acqua da portare con noi che è molto importante per idratarsi durante questo sforzo che comunque è abbastanza sportivo.
Andando ad attraversare gli Appennini bisogna ricordarsi che ci sono dei dislivelli anche piuttosto importanti di cui tenere in conto e che potrebbero affaticare le persone meno allenate.