Si chiama Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del Nord ed il suo acronimo NATO deriva dalla traduzione inglese del termine: North Atlantic Treaty Organization. Si tratta di un’organizzazione militare intergovernativa, istituita appena dopo la Seconda Guerra Mondiale, con trentuno stati differenti a comporla. Ventinove di questi fanno parte dell’Europa mentre due sono nordamericani. Il trattato che la istituì, il cosiddetto Patto Atlantico, fu firmato a Washington il 4 aprile del 1949 per entrare in vigore appena pochi mesi dopo.
L’obiettivo era la sicurezza degli stati membri, ovvero difendersi in caso di attacchi da terzi. Nel caso della Guerra Fredda, ad esempio, la NATO servì da protezione alla minaccia rappresentata dall’Unione Sovietica. La sede si trova in Belgio a Bruxelles mentre la base militare si trova ad una settantina di chilometri di distanza dalle parti di Mons. La Nato Responce Force, costituita a Praga nel 2002, è la risposta della NATO in caso di necessità di interventi urgenti ed è composta da unità di terra, marittime, aeree e speciali multinazionali impiegabili ovunque e per un’enorme quantità di operazioni differenti tra loro.
Che cosa avviene all’interno delle basi NATO? E che ruolo ha l’Italia?
La NATO non ha un vero e proprio esercito a disposizione. È strutturato, invece, con una serie di comandi e basi sia in Europa che negli Stati Uniti che dipendono appunto dalla sua struttura militare. Anche l’Italia si presta volentieri offrendo il proprio territorio per ospitare diverse basi della NATO già dall’atto della fondazione dell’organizzazione. In questi luoghi vengono accolti soldati e materiale di proprietà della NATO: tali enti sono dotati di extraterritorialità, vale a dire che non sono soggetti in alcuna maniera ai poteri giuridici dello Stato in cui si trovano. Le basi vengono utilizzate per l’addestramento degli uomini, per la custodia di armi e anche per la pianificazione e l’organizzazione di interventi come operazioni di spionaggio o sabotaggio. In linea di massima, comunque, vige il massimo riserbo sulle attività svolte dalla NATO.
Le principali basi lungo il territorio dello Stivale
In totale, lungo tutto lo Stivale, sono presenti complessivamente centoventi basi della NATO. La più importante, nonché quella che gioca un ruolo maggiormente strategico all’interno dell’organizzazione, è quella di Naval Air Station di Sigonella, situata in Sicilia. In pratica è il principale collegamento per le operazioni americane nel Mediterraneo. Dispone di velivoli da pattugliamento marittimo P-3 Orion e P-8 Poseidon, oltre a droni di tipo Hale e Male, mietitrici armate e velivoli convertiplano MV-22 Osprey. Un drone Global Hawk Northrop Grumman RQ-4B della US Air Force è decollato da Sigonella per una missione top secret per monitorare l’andamento della guerra in Ucraina. A Pisa c’è invece la base Nato di Camp Darby che è una vera e propria base militare dell’esercito americano.
La più grande base aerea del Mediterraneo si trova invece ad Aviano e nel corso del tempo ha avuto rilevanza anche per alcuni interventi che hanno fatto storia, vedi strage del Cermis. A Ghedi, provincia di Brescia, sono custodite una ventina di armi nucleari. Dalle parti dell’aeroporto di Capodichino c’è la Naples Naval Support Operations che è una base militare NATO per le attività navali statunitensi: è il quartier generale della US Navy in Europa e della Sesta Flotta USA. Chiudiamo questa breve sintesi con Vicenza dove è presente Camp Ederle oltre alla Caserma Del Din, una seconda installazione militare. Le due caserme, che comprendono alloggi militari statunitensi, un piccolo sito di comunicazione e un punto di rifornimento di munizioni USAREUR, costituiscono il doppio quartier generale di diverse guarnigioni delle forze armate statunitensi operanti in Europa e sono state identificate come comunità militare di Vicenza dal 3 ottobre 2015.