Uno dei problemi che il nostro paese si porta sulle spalle da tempo è riconducibile ad Alitalia che, nel corso degli anni, ha cambiato decine di gestioni differenti. Uno degli avvenimenti riguarda l’entrata di Atlantia in Alitalia, ma cosa è successo nello specifico? Proviamo a scoprirlo!
Ogni paese ha la sua compagnia aerea di bandiera, di cui va particolarmente fiero, ma la compagnia aerea italiana sembra essere sempre protagonista di numerose controversie.
Che, peraltro, hanno continuato a impensierire gli italiani che sono consapevoli che i bilanci aziendali in rosso della compagnia andranno a pesare sulle tasche dei contribuenti.
Alitalia è un’azienda che è stata fondata grazie ai capitali pubblici nel 1947. Inizialmente nella sua sembrava una storia destinata ad una gloria sicura e perpetua.
La nostra compagnia di bandiera era vista come uno dei fiori all’occhiello del paese, sia dal punto di vista economico che dal punto di vista del gradimento di chi sceglie di volarci.
La crisi è subentrata per diversi fattori, ma soprattutto per le due crisi petrolifere che connotarono gli anni ‘70.
Alitalia riuscì, in qualche modo, a reggere questo colpo ma non superò mai la liberalizzazione del trasporto aereo interno all’Unione Europea avvenuta negli anni ‘90.
A questo punto, con l’ingresso del mercato delle aziende low cost, con l’abbattimento delle tariffe, con il cambio di politiche (che ha portato la compagnia ad abbandonare progressivamente i voli di corto e medio raggio) e lo svincolarsi del governo che ha tentato di privatizzare varie volte, non c’è stata più una tangibile ripresa.
Ad un certo punto della storia di Alitalia, così travagliata, compare Atlantia.
Atlantia è una società italiana che gestisce in particolar modo diverse attività nell’ambito delle infrastrutture autostradali, alcuni scali aeroportuali in giro per il mondo ed è attiva in almeno 11 paesi, alcuni dei quali extra europei.
Si tratta sicuramente di un colosso dei trasporti che vede impiegati più di 30.000 dipendenti e registra un fatturato di parecchi miliardi l’anno.
Atlantia è un’azienda privata, quotata in borsa (e molti dei suoi azionisti sono di provenienza internazionale) che a causa della sua posizione economica, si è trovata ad entrare in trattative col governo italiano, non solo in questa, ma in varie circostanze.
La questione Alitalia, tutto sommato, poteva essere tenuta a margine di altre manovre, ma Atlantia ha deciso di metterla sul piatto di altre trattative.
Uno dei punti centrali della questione, riguarda il fatto che Atlantia, detenendo la concessione di Autostrade, è un’azienda privata invisa a determinate parti politiche.
Ogni volta che i venti elettorali cambiano, all’interno del nostro paese, purtroppo ci sono le questioni più scottanti che vengono rese oggetto di campagna elettorale.
Tra queste questioni ci sono anche le condizioni di risanamento di Alitalia, che non solo, ad un certo punto, è diventata una sorta di buco nero di bilancio per lo Stato ma, ha anche numerosi problemi a cui far fronte.
Un’altra delle questioni, che è stata sollevata da alcuni esponenti politici, è la revoca della concessione di Autostrade.
È certo che alcuni interventi dello Stato hanno, spesso, l’effetto di rendere il nostro paese poco interessante per i mercati internazionali e per gli investitori.
Ogni volta che si decide di intervenire su Alitalia (e, nel corso degli anni, è successo in diverse occasioni) uno degli argomenti che viene toccato per primo è il ridimensionamento della flotta.
È chiaro che una flotta più piccola comporti anche meno aerei e quindi meno personale perché sono meno anche le tratte che vengono percorse ogni giorno.
Quindi, il governo, ha cercato di esercitare la sua influenza per evitare che ci fossero troppi esuberi di personale. Cercando però fondi da aziende private.
In fondo è sempre stato chiaro (almeno a partire degli anni Novanta) che difficilmente Alitalia si sarebbe potuta salvare da sola.
Ad un certo punto, per Atlantia, la questione è servita a intervenire a gamba tesa all’interno del dibattito politico che stava ipotizzando la revoca della concessione su Autostrade.
Teoricamente la figura dell’imprenditore è quella di qualcuno che desidera gestire la propria attività in maniera produttiva per se stesso, per i suoi dipendenti, per gli investitori ma anche per vedere i risultati tangibili del suo lavoro.
Ma è evidente che Atlantia abbia temuto di perdere la concessione per Autostrade.
Quindi ha fatto una proposta, più o meno di 400 milioni di euro, per entrare come investitore in Alitalia. Sebbene, precedentemente, non avesse manifestato alcun interesse palese per la questione.
Il problema che hanno sollevato in tanti, ovvero tutti coloro che sono interessati alle sorti non solo della compagnia aerea di bandiera ma anche dell’intero paese è la questione del conflitto di interesse.
Difatti, all’interno della cordata di tutti coloro che volevano entrare in Alitalia non c’è stata solamente Atlantia ma c’è anche Ferrovie dello Stato.
Quindi stiamo parlando, in entrambi i casi, di due concorrenti veri e propri nell’ambito del settore dei trasporti.
Perché, da una parte, Ferrovie dello Stato non poteva avere alcun interesse a sanare o ad aumentare le tratte di Alitalia dal momento che, appunto, grazie ai suoi disservizi avrebbe potuto aumentare il lavoro con la Freccia Rossa.
Dall’altra parte Atlantia, che gestisce le autostrade, continua ad aumentare i pedaggi, quando le persone scelgono di spostarsi su ruote invece che su rotaie o per via aerea.
Ad ogni modo, dopo mesi di trattative Atlantia si è defilata e comunque, da lì a poco, nel 2020 si sarebbe poi verificata la pandemia di Covid che ha tenuto a terra tutti i voli, non solo quelli della compagnia di bandiera.
Da quel momento in poi le cose sono cambiate diverse volte per quanto riguarda l’acquisizione di Alitalia. Infatti tra polemiche per possibili licenziamenti, cambi di nome e voci continue sulla vendita le cose si sono fatte sempre più ingarbugliate.
Però quel che è certo che Alitalia è una compagnia aerea che ha lasciato un segno indelebile nella storia del nostro paese, nonostante le tante contraddizioni, cadute e risalite.
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