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Gaza: gli attacchi continuano inesorabili

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L’operazione militare denominata Breaking Dawn da Israele fatta contro obiettivi della jihad islamica nella striscia di Gaza è proseguita per qualche giorno.

Il bilancio finale, dopo qualche giorno di conflitto, purtroppo non è stato per niente incoraggiante, considerando che ci sono stati circa 30 morti, ma anche 250 feriti.

Quali sono state le dinamiche dello scontro

Bilancio di combattimenti a Gaza

Molto significative e negative sono state purtroppo le parole del primo ministro israeliano, che alla stampa ha dichiarato che gli attacchi andranno avanti per tutto il tempo che sarà necessario.

Il Ministro della Difesa inoltre ha aggiunto che le forze di sicurezza agiranno contro la Ciad islamica, fino a quando non sarà ripristinata la pace e protetti i bambini che vivono nella regione di confine con Gaza.

Gli attacchi dell’esercito israeliano a Gaza sono stati intensi per tutta la notte e di risposta al lancio di razzi.

Un evento significativo è stato relativo a un Raid israeliano aereo nella città di Rafah durante il quale è stato ucciso un leader della città di islamica Gaza e cioè Khaled Mansur.

Questo fatto è stato riportato e diffuso dalle forze della Difesa israeliana. Si tratta di un fatto rilevante visto che Mansur si può considerare come l’ equivalente per il sud della striscia di Gaza di Tayseer Jabari, comandante del gruppo terroristico. Esso opera nell’ enclave palestinese, ucciso in un attacco aereo israeliano.

Secondo alcuni funzionari israeliani Mansur avrebbe voluto compiere un attacco missilistico indicato al confine israeliano. Quindi è stato indicato come responsabile del lancio di molti missili su Israele, in particolare a Gerusalemme dove per molte ore della notte si sono sentite le sirene suonare, soprattutto in periferia.

Qual è stato il motivo per il quale è partito l’attacco a Gaza

La causa di tutto questo, almeno secondo quello che ha riportato la TV pubblica israeliana, sarebbe legata a due razzi sparati da Gaza e intercettati dai sistemi di difesa. Per fortuna secondo quello che è stato diffuso dai mass media non ci sono vittime: però in Giordania venti palestinesi, che fanno parte della Jihad islamica, sono stati arrestati dalle forze di sicurezza islamica.

Ad annunciare questo arresto è stato l’esercito israeliano, spiegandone anche le motivazioni.

Si attendono quindi sviluppi sulla situazione nella striscia di Gaza, anche se ci sarà bisogno di una riunione tra i capi di Stato per affrontare la situazione.

Secondo quello che dicono alcune fonti ritenute attendibili in Europa, alcuni paesi tra cui Irlanda Francia e Cina avrebbero richiesto una riunione del consiglio di sicurezza e delle  nazioni unite a New York.

La situazione è diventata sempre più difficile visto che per esempio all’inizio del primo giorno di combattimenti ,il bilancio aggiornato dal Ministero della Sanità riferiva di 29 morti e di 250 feriti.

Il bilancio è stato reso noto subito dopo il completamento delle operazioni di soccorso in un edificio distrutto nel combattimento cioè quello di Rafah sotto la striscia. Secondo alcune indiscrezioni in quel momento erano stati recuperati i cadaveri di otto persone tra cui tre donne.

La posizione dell’Italia

Durante i fatti che abbiamo appena raccontato c’era molta preoccupazione, anche se a volte le notizie non erano certe. Ma di sicuro l’escalation a Gaza ,e le tante vittime della popolazione palestinese, non hanno fatto stare tranquilli i politici in Italia.

In ogni caso è stata diffusa una nota per chiarire la posizione dell’Italia in queste diatribe. All’interno del comunicato si legge che l’Italia condanna con grande forza il lancio di razzi in questi territori israeliani. Ma ribadisce che ogni Stato ha il dovere di garantire la sicurezza ai suoi cittadini, al di là di tutto.

Inoltre l’Italia ha fatto un appello alle due parti in causa invitando ad essere un po’ più moderate, per evitare che ci sia una espansione della guerra, che creerebbe ulteriori vittime e non porterebbe niente di buono nemmeno all’Europa.

In ogni caso parliamo di una situazione che si inasprisce e che conferma che ci sarebbe bisogno di riallacciare i rapporti, per giungere a una soluzione che sia duratura e giusta nel conflitto tra Israele e Palestina.

Quando nascono gli attacchi di Israele a Gaza?Perché?

I conflitti nella striscia di Gaza purtroppo hanno delle radici storiche molto lunghe e profonde, anche se sono stati molto significativi i conflitti armati più recenti perché hanno avuto origine dalla decisione di Israele di ritirarsi dalla striscia di Gaza nel 2005.

Molto rilevante in tal senso, e negativo fu l’’ascesa al potere del gruppo militante islamista Amos nella striscia di Gaza nel 2007.

Il primo conflitto armato significativo è relativo ormai al 2008-2009. Esso era conosciuto come Operazione Piombo Fuso che durò tre settimane e che causò la morte di 13 israeliani e di circa 1400 palestinesi.

Da quel momento in poi è stato un susseguirsi di problemi con alcune pause nei conflitti tra l due parti tra cui spicca un altro e cioè l’operazione magica di protezione del 2014 che durò circa 50 giorni, causando la morte di oltre 2000 palestinesi e 73 israeliani.

Da quel momento in poi ci sono stati altri scontri significativi tra le due parti come per esempio quello del maggio 2021 quando scoppiò un conflitto tra Israele e Hamas.

Durante questa battaglia si susseguirono attacchi missilistici incrociati che durarono più di una settimana, causando la morte di circa 250 palestinesi.

Quale fu la posizione dell’Unione Europea per quanto riguarda questo conflitto

L’Unione Europea ha cercato di partecipare attivamente alla risoluzione del conflitto sostenendo iniziative di pace come per esempio la famosa road map per la Pace in Medio Oriente.

In questo caso ha partecipato al quartetto per il Medio Oriente insieme a Russia, nazione unite e Stati Uniti. Mentre per quanto riguarda l’Unione Europea è giusto ricordare che ha fornito aiuti molto concreti ai palestinesi, che si sono declinati in vari modi.

L’Unione Europea in ogni caso ha sempre criticato gli attacchi missilistici di Hamas contro Israele ma anche la risposta di quest’ultimo non ha lasciato indifferenti i principali sostenitori di una organizzazione così importante.

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