La paura è spesso paralizzante. Cosa c’è veramente dietro questa reazione che gli scienziati chiamano “effetto freezing”
La paura è uno dei sentimenti più ancestrali. L’essere umano la prova fin dalla sua nascita, è qualcosa di connaturato al nostro essere ed è anche la più potente forma di istinto di sopravvivenza che possa esistere.
C’è, da sempre, tanta curiosità sul concetto di paura. Oggi vi sveleremo perché la paura ci paralizza, ci fa bloccare.
Come detto, sulla paura c’è una vastissima narrazione: tanto letteraria, quanto musicale e cinematografica. La paura scaturisce da una complessa serie di reazioni fisiologiche e psicologiche. Sebbene sia una risposta naturale, può diventare un problema quando è eccessiva o persistente. Molti individui cercano modi per gestire la paura, spesso attraverso tecniche di rilassamento, la terapia cognitivo-comportamentale o addirittura l’uso di farmaci.
Affrontare le proprie paure può essere una sfida, ma è un passo importante per il benessere psicologico. Esporsi gradualmente alle situazioni temute, con il supporto di un professionista se necessario, può aiutare a superare la paura e a riacquistare il controllo. Ma, per affrontare qualsiasi cosa, prima dobbiamo conoscerla bene.
Perché la paura ci fa bloccare
Quando ci troviamo di fronte a una situazione spaventosa, il nostro cervello, in particolare l’amigdala, scatena una reazione a catena. Il cuore inizia a battere più velocemente, aumenta la sudorazione e i muscoli si preparano a reagire. Un composto chiave in questa reazione è l’adrenalina, che è responsabile di molti dei sintomi fisici associati alla paura. L’adrenalina accelera il battito cardiaco e dilata le vie respiratorie, fornendo al corpo l’energia necessaria per affrontare una situazione pericolosa.
Ma una reazione molto comune è quella di fermarsi, bloccarsi, paralizzarsi. Secondo i dati forniti dall’Università di Portsmouth, circa il 75% delle persone in una situazione di emergenza e pericolo, smette di ragionare invece di elaborare un piano per uscirne.
Del restante 25% solamente il 15% è in grado di rimanere sufficientemente razionale di fronte a situazioni improvvise di pericolo per la propria vita e di prendere decisioni risolutive. Infine, il 10% perde completamente la capacità di ragionare, entrando nel panico e causando danni a se stessi e agli altri.
Gli scienziati lo chiamano effetto “freezing”. Da cosa dipende? La paura attiva nel circolo del nostro sistema cerebrale, delle sostanze chimiche, chiamate endorfine, che sono in grado di ridurre la forte agitazione e dare origine al cosiddetto effetto “freezing”.
In quel momento, bloccarsi sembra l’unica soluzione disponibile: non si riesce né ad affrontare il problema, né a fuggire da esso. Non si tratta soltanto di una paralisi fisica, ma anche di una paralisi cerebrale, che ostacola la capacità di prendere decisioni e, quindi, di salvarsi.
Tutto questo ci difende da un trauma emotivo che sarebbe troppo forte da superare, ma, attenzione, se l’effetto “freezing” si protrae anche successivamente, allora potrebbe ritenersi necessario un intervento terapeutico.