Nelle ultime sedute la debolezza del petrolio ha messo in crisi il settore oil&gas. Non è sfuggito a questo destino il titolo Tenaris che dopo una lunga corsa sembra avere tirato i remi in barca.
L’azienda in questione presenta una serie di punti forti che ne determinano la solidità e l’attrattività agli occhi degli investitori.
Il suo rapporto EBITDA/fatturato è significativo, generando margini elevati e una redditività particolarmente alta. Inoltre, la situazione finanziaria dell’azienda è eccellente, conferendole una notevole capacità di investimento. Gli interessanti multipli di guadagno e il livello di valorizzazione, considerati i flussi di cassa positivi, la rendono un’azione economica sul mercato. Gli analisti sono ottimisti sulle prospettive di crescita e hanno recentemente rivisto al rialzo le stime sull’attività, che storicamente ha superato le aspettative.
Negli ultimi tre mesi, poi, il rating medio su Tenaris è stato Compra con un prezzo obiettivo medio a un anno che esprime una sottovalutazione di oltre il 10%.
Tuttavia, ci sono anche dei punti deboli da considerare. Il gruppo ha prospettive di crescita inferiori rispetto ad altre aziende secondo le stime degli analisti, e il potenziale di progressione dell’Utile Netto per Azione sembra limitato. L’opinione generale degli analisti è peggiorata negli ultimi quattro mesi, e nel corso degli ultimi dodici mesi il giudizio degli analisti è stato rivisto negativamente. Questi elementi potrebbero generare incertezza e ridurre l’appeal dell’azienda agli occhi degli investitori.
Le ultime tre settimane hanno evidenziato una certa debolezza delle quotazioni con un segnale ribassista scattato dall’analisi dell’RSI che ha tagliato dall’alto verso il basso il livello di sopravvalutazione. Se a questo si aggiunge che gli indicatori stanno girando tutti al ribasso si comprende come una fase di debolezza potrebbe essere alle porte.
Dal grafico si individuano due livelli chiave: area 17,308 € e 16,436 €. Il primo potrebbe dare una conferma del ribasso in arrivo. Una chiusura settimanale sotto area 16,436 €, invece, sancirebbe la definitiva inversione ribassista della tendenza di medio/lungo periodo.
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