La BCE ha lasciato i tassi invariati e non ha ancora dato indicazioni precise per il futuro. Quello che conterà, ed è stato sempre scosì, saranno i dati macroeconomici predittivi e contingenti che verranno pubblicati di volta in volta. Mercoledì deciderà invece la FED. Powell era stato molto chiaro nel meeting di dicembre, indicando la probabilità di alcuni tagli nel corso del secondo semestre dell’anno, se non prima. Gli ultimi dat pubblicati, fra cui il PIL sembrano allontanare questa ipotesi. Gli investitori frattanto fino ad oggi hanno festeggiato per gli eventuali tagli dei tassi. Cosa attendere per la prossima settimana? Si avverte una certa stanchezza sui mercati ma al momento non si ravvisno swing ribassisti sui prezzi, tranne qualche oscillatore in divergenza. Questo però è un aspetto che conta poco al momento ed è trascurabile.
Banche centrali, investitori e attese
Durante il 2022 i mercati azionari sono scesi perchè gli invsetiori, preoccupati per l’inclinazione negativa della curva dei rendimenti, proiettavano una recessione per i prossimi mesi. I tassi frattanto sono stati alzati ripetutamente e questo non ha portato a una recessione dell’economia ma a un mero ritracciamento. Nel 2022 su queste attese i mercati azionari hanno perso quasi il 20%, nel 2023 su buona parte dei listini azionari internazionali sono stati onvece segnati nuovi massimi rispetto ai 12 mesi precedenti, o si è andati molto vicini ad essi. Fino a dicembre scorso, molti hanno proiettato una recessione anche per il 2024, ma al punto attuale sembra che anche questa previsione potrebbe essere sconfessata. Frattanto, la Federal Reserve che deciderà sui tassi questo mercoledì ha una bella gatta da pelare: i dati pubblicati sembrerebbero allontanare sia i tagli che un’eventuale recessione. Infatti, I FED Funds per le scadenze più ravvicinate (marzo) indicano una probabilità inferiore al 50% che ci possa esere un taglio dei tassi. Al momento quella di maggio è all’88% circa, ma tutto dipenderà dai prossimi dati. La nostra idea è che nel corso della’nno i tassi rimaranno invariati, perchè l’inflazione potrebbe rimanere più o meno sui livelli attuali e la crescita continuerà “ad essere sostenuta al punto giusto”. Come reagiranno i mercati?
Si avverte una certa stanchezza sui mercati: un indicatore affidabile, anzi due
Nel breve termine potrebbe anche starci un ritracacimento di qualche punto percentuale, ma in ottica annuale il puzzle sembrerebbe indicare una probabilità abbastanza elevata che l’anno possa chiudersi con un rendimento positivo. Ci sono diversi aspetti a favore al momento, dalla cilcicità a ragioni macroeconomiche e dall’analisi degli swung in ottica trimestrale.
Il secondo oscillatore è il Vix, che ha chiuso ha settimana in area 13,25. Solo ritorni sopra 15,40 in chiusura settimanale potrebbero dare indicazioni ribassiste per l’azionario.
Cosa si potrebbe fare? Seguire la tendenza e al momento questa sembrerebbe rialzista. Attenzione a cosa? Se si iniziano a segnare minimi descrenti rispetto agli ultimi 5 giorni di Borsa aperta. Questo non sarebbe un segnale di rialzo, anzi potrebbe far iniziare un ritracciamento. Febbraio, è un mese dove la prima parte è tendenzialmente negativa ( i primi 10 giorni solari). Ci aggiorniamo alla priossima settimana.