Al pari dei sovereign bond, anche per quelli corporate si può dire che l’inizio di quest’anno sia ricco di emissioni. Da un lato pensiamo al neo BTP Valore 2030 che ha raccolto più di 18 miliari di € di capitale, un record per i titoli di questa famiglia. Dall’altro pensiamo ai bond di matrice bancaria, che tanto stanno costellando queste prime settimane del 2024.
A differenza dei primi, in genere più semplici nelle loro strutture, quest’ultimi presentano architetture relativamente più sofisticate. Nel senso che la struttura dei rendimenti, la loro periodicità e la durata del prestito possono presentare margini di variabilità. Incertezza che aumenta ancor di più nel caso dei prodotti denominati in valuta estera.
In questa sede ci soffermeremo sul nuovo bond in euro emesso di recente da BNP Paribas e di durata decennale (scadenza: 12 febbraio 2034). Vediamo, in particolare, quanto potrebbe rendere questa obbligazione bancaria in euro a tasso fisso del 7,8% il primo anno e poi cedole variabili fino a scadenza.
Le caratteristiche principali dell’obbligazione emessa dalla banca francese
L’ISIN di questo callable bond è XS2708003863 e il rating emittente, BNP Paribas Issuance B.V., è A+ per S&P’s, Aa3 per Moody’s e AA- per Fitch. Il taglio minimo (valore nominale) è di 1.000 €, mentre il mercato di quotazione del titolo è l’EuroTLX (MTF). Come anticipato la durata del prestito obbligazionario è a 10 anni, ma la banca francese si è riservata la facoltà di poterlo rimborsare in anticipo. La data della call è fissata al 12 di febbraio di ogni anno (da comunicare con preavviso di 25 giorni lavorativi), dal 2° al 9° anno di vita del bond. Tanto a scadenza quanto all’eventuale esercizio della call, l’emittente rimborserà il 100% del valore nominale sottoscritto. La ritenuta fiscale sugli interessi è al 26%, mentre le spese di gestione dipendono dalla banca presso cui si è aperto il conto titoli.
Vediamo la struttura dei rendimenti, premesso che la cedola ha cadenza trimestrale (tipo il recente BTP Valore 2030, per esempio). Nello specifico, le cedole sono pari a:
- 7,80% annuo lordo il 1° anno;
- cedole trimestrali variabili entro certo margini al ribasso (floor allo 0,00%) e al rialzo (cap al 4,00% annuo) dal 2° al 10° anno. In pratica le cedole saranno calcolate a un tasso di interesse annuo pari a 1,5 volte l’Euribor a 3 mesi. Se questo divenisse negativo, la cedola sarebbe nulla, mentre se andasse oltre il 2,67% il tasso variabile annuo sarebbe pari al 4,00% (2,67% x 1,5 = 4,00%).
Quanto potrebbe rendere questa obbligazione bancaria in euro a tasso fisso del 7,8% il primo anno e poi cedole variabili fino a scadenza?
Dunque, il rendimento annuo e/o complessivo potrebbe variare da caso a caso a seconda delle singole variabili intervenute nel corso della vita del bond. Una potrebbe essere ad esempio l’eventuale esercizio della call, opzione rimessa nelle mani dell’emittente. L’altra rimanda al proprio prezzo di carico dell’obbligazione: sotto cento, alla pari o sopra cento? L’acquisto sotto cento ne innalzerebbe il ritorno, mentre avverrebbe il contrario in caso di acquisto sopra la pari.
Infine, ci sono le cedole variabili, il cui percorso sarà verosimilmente discontinuo in base alle dinamiche dell’Euribor. Al riguardo immaginiamo di acquistarlo alla pari e di tenerlo fino al 2034, cioè che la banca non eserciti la call anticipata. Il rendimento minimo annuo lordo ponderato oscillerebbe allora tra lo 0,78% (caso in cui l’Euribor a 3 mesi fosse sempre nullo o negativo) e il 4,68% (nel caso opposto, ossia sempre pari o superiore al 2,67%).