Nella vita, come nel campo dei rendimenti, esiste il lordo, il netto e spesso anche il reale. Si tratta di tre step differenti con cui bisogna fare i conti per capire cosa si porta a casa realmente alla fine di un dato investimento.
In questa sede ci soffermeremo su un tipico prodotto del reddito fisso, come lo è appunto il CD vincolato. Ci chiediamo: ma quanto guadagno veramente se il conto deposito vincolato a 6 mesi di una banca offre il tasso annuo lordo del 4%? Procediamo con ordine.
Vediamo anzitutto di cosa si tratta. Il CD è uno speciale rapporto bancario al pari di un c/c ma differente per funzioni e caratteristiche. Mentre il c/c è un formidabile strumento di pagamento e di gestione in entrata e in uscita delle finanze personali o familiari, il CD è un prodotto di investimento. Nello specifico, un prodotto del reddito fisso in cui l’emittente s’impegna al rimborso del capitale (almeno) a scadenza e a riconoscere un rendimento già noto in partenza.
In altri termini, uno serve per gestire i flussi finanziari, l’altro per far fruttare le somme in eccesso rispetto alle ordinarie necessità. Il CD permette quindi solo di spostare i capitali da e verso il c/c (conto d’appoggio), e di farli fruttare in base al tempo e alla presenza o assenza del vincolo. Al riguardo, i primi sono più fruttiferi dei secondi, oltre al fatto che i rendimenti salgono all’aumentare della durata complessiva del deposito.
Per il resto hanno in comune l’emittente bancario, il sistema di garanzia del FITD e l’aliquota fiscale del 26% sugli interessi attivi maturati sui rispettivi prodotti. Quanto alle spese di gestione, in genere i CD ne sono privi, mentre non sempre (anzi) può dirsi lo stesso per i c/c (il canone mensile).
Prendiamo ora il caso di un ipotetico CD vincolato a 6 mesi la cui banca offra il 4,00% annuo lordo. Si potrebbe dire “niente male”, ma si tratta del lordo dal quale vanno sottratte spese e tasse per avere il netto, e infine il tasso di inflazione per avere il reale. Per semplicità di calcoli ipotizziamo che sia nulla, cioè che non vi sia inflazione.
Premesso ciò, come fare i conti per ricavare il ritorno netto? Poiché il vincolo è a 6 mesi e il tasso offerto e pubblicizzato è annuo, bisogna dividere per due (giorno più, giorno meno) il tasso. A questo punto scatta la tassazione del 26% sugli interessi maturati, e da versare allo Stato. Infine ecco l’imposta di bollo dello 0,20% della somma depositata, salvo nei casi in cui essa è assolta dalla banca in nome e per conto del cliente.
In definitiva, e per avere un minimo di idea concreta, su 10mila vincolati a 6 mesi a tasso annuo lordo del 4% il netto ricavato si aggirerebbe sui 140 €, euro più euro meno.
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