Rispetto al passato, ormai da anni il conto corrente non rende più quasi nulla sulle somme libere ivi giacenti. Un tempo la liquidità non investita era comunque “premiata” dagli istituti di credito con un minimo di tasso attivo.
A dire il vero anche oggi i c/c prevedono forme di tassi attivi sulle somme libere, ma di entità davvero minima. La cosa non dovrebbe stupire più di tanto. Il c/c è infatti uno strumento di pagamento e non di investimento al pari di altre asset class come le obbligazioni, le azioni, il risparmio gestito, etc. Vediamo allora quali sono stati nel 2023 i tassi di interesse sui conti correnti bancari per giacenze sopra i 100.000 euro.
Strumenti di investimento: quali sono?
Molti risparmiatori confondono in buona fede il c/c per uno dei tanti asset fruttiferi (strumenti di investimento) presenti sul mercato. Purtroppo non è così, in quanto esso serve esclusivamente ad accentrare tutti i flussi finanziari in entrata e in uscita del titolare di quel rapporto bancario.
In altri termini, rifugiarsi nella liquidità non ripaga né nel breve né nel lungo termine. Anzi, le perdite in conto capitale patite a distanza di anni possono essere davvero devastanti in tempi di alta inflazione come quella recentemente sperimentata.
Per gli esperti, sul conto andrebbero tenute liquide somme pari a 2-3 mensilità e non di più. Tale capitale dovrebbe essere più che sufficiente per affrontare il grosso degli imprevisti di “media entità”. Il resto invece andrebbe investito e fatto fruttare in base alla propria propensione al rischio.
Quali sono stati nel 2023 i tassi di interesse sui conti correnti bancari per giacenze sopra i 100.000 euro?
Per comprenderlo, vediamo quanto rende in media un capitale sopra i 100mila €, tenuto liquido sul c/c. Al riguardo sfruttiamo i risultati dell’analisi FABI (Federazione Autonoma Bancari Italiani) sulle divergenze dei rendimenti territoriali sui c/c. Lo studio illustra i tassi sui conti delle famiglie italiane nel 2023 divisi per Regione e per classi di importo. Abbiamo già visto quali sono stati quelli offerti fino alla soglia di 100mila €. Andiamo oltre e considereremo il range 100-250mila € e oltre tale cifra.
Per le giacenze comprese tra i 100 e i 250mila €, la remunerazione media offerta è stata pari a:
- Nord-Ovest: 0,34%, con il minimo in Valle d’Aosta (0,19%) e il massimo in Lombardia (0,34%);
- Nord-Est: 0,31%, con il picco dello 0,58% in Trentino A. A. e il minimo dello 0,22% in Friuli V. G.;
- Centro: 0,45%, con il minimo (0,34%) in Umbria e Marche e il massimo (0,50%) in Toscana;
- Sud: 0,28%, con il low in Campania (0,23%) e l’high in Puglia (0,35%);
- Isole: 0,32% in Sicilia e 0,37% in Sardegna.
Per giacenze oltre i 250mila €, infine, i tassi medi offerti sui c/c nel 2023 sono stati i seguenti tra le varie aree d’Italia:
- Nord-Ovest: 0,53%, con low in Valle d’Aosta (0,37%) e un high in Lombardia (0,58%);
- Nord-Est: 0,65%, con il picco dello 1,15% in Trentino A. A. e il minimo dello 0,46% in Friuli V. G.;
- Centro: 0,83%, con minimo in Umbria (0,60%) e massimo in Toscana (0,79%);
- Sud: 0,48%, con il low in Campania (0,41%) e l’high in Molise (0,68%);
- Isole: 0,59% in Sicilia e 0,71% in Sardegna.