Tra i prodotti di investimento del reddito fisso, quelli del risparmio postale sono tra i più graditi tra i risparmiatori avulsi al rischio. Il riferimento primo è ai buoni fruttiferi postali (BFP), di cui l’emittente ne riconosce il rimborso dall’acquisto fino ai naturali termini di prescrizione.
L’offerta in buoni è mutevole nel tempo non solo in base alle dinamiche dei mercati finanziari (in merito ai rendimenti) quanto per condizioni e tipologia. A tal riguardo, una delle più importanti è quella che li divide tra prodotti cartacei e non, a seconda della natura fisica o immateriale del titolo sottoscritto. Ma quali sono le principali differenze tra un buono fruttifero postale cartaceo e uno dematerializzato?
I BFP hanno peculiarità differenti uno dall’altro, ma vi è una serie di elementi che li accomuna. Vediamoli brevemente. Anzitutto c’è che i BFP sono garantiti dallo Stato Italiano, al pari dei libretti di risparmio postale e delle obbligazioni del Tesoro. Poi c’è che non hanno costi vivi di acquisto, di gestione e di rimborso finale, tranne le spese di natura fiscale. Ossia la ritenuta fiscale (agevolata) del 12,50% sugli interessi maturati e l’imposta di bollo nei casi, modi e tempi previsti dalla Legge. I rendimenti dei BFP disponibili per la sottoscrizione variano anche in base alla loro durata complessiva, oltre ad eventuali requisiti oggettivi e/o soggettivi previsti da CDP.
Veniamo ora al nostro quesito di partenza, ossia a quali siano le principali differenze tra le due diverse tipologie di BFP. Esse sono principalmente due.
La prima è che ai sottoscrittori dei buoni cartacei al tempo dell’acquisto viene rilasciato loro un titolo cartaceo di cui sono pienamente responsabili della loro custodia e utilizzo. La presentazione dello stesso allo sportello è necessaria per riceverne il rimborso, sia anticipato che a naturale scadenza.
I BFP dematerializzati, invece, sono rappresentati solo da una scrittura contabile riportata sul conto di regolamento, che può essere tanto il libretto postale quanto il c/c BancoPosta. L’importante è che abbia la stessa denominazione del titolare del buono. A naturale scadenza, il montante è automaticamente accreditato sul conto di regolamento.
La seconda differenza riguarda invece l’importo dell’eventuale rimborso. In caso di titolo cartaceo, esso avviene per l’intero valore in un’unica soluzione, in qualsiasi momento e sempre entro prescrizione. Per i titoli dematerializzati, invece, il rimborso anticipato può avvenire per l’intero importo in un’unica soluzione oppure per una parte dello stesso per importi di 50 € e relativi multipli.
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