Negli ultimi anni il settore del lusso è stato spesso sull’ottovolante a causa delle innumerevoli crisi che hanno caratterizzato l’ultimo quadriennio. Dalla pandemia del Covid allo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina, dal rallentamento dell’economia cinese alle tensioni nel Medio Oriente. Eppure, spesso abbiamo assistito a exploit al rialzo anche a seguito di operazioni straordinarie. Ma quali sono le azioni del settore lusso che hanno fatto meglio negli ultimi cinque anni?
La regina incontrata delle azioni del settore lusso è senza dubbio Brunello Cucinelli che in cinque anni ha guadagnato oltre il 220%. A seguire troviamo le azioni Moncler con una performance di oltre l’80% e qui finiscono le buone notizie. Le altre due azioni del settore quotate a Piazza Affari, infatti, hanno chiuso in territorio negativo la performance degli ultimi cinque anni anche se con sfumature diverse. Le azioni Tod’s, infatti, hanno registrato una performance negativa di poco inferiore all’1%. Salvatore Ferragamo, invece, ha registrato una perdita superiore al 30%.
Occupiamoci, quindi, di questo titolo azionario per capire se ci sono gli estremi per un’inversione rialzista.
Secondo le indicazioni degli analisti, almeno al momento, il titolo non presenta punti di forza.
Il gruppo è considerato tra le aziende con prospettive di crescita più deboli secondo le stime degli analisti. Le previsioni sull’Utile Netto per Azione (EPS) per i prossimi esercizi sono particolarmente deboli, e i margini generati dalla società risultano relativamente bassi. Inoltre, l’azienda opera con multipli di utili molto elevati, e la sua valorizzazione risulta alta rispetto al valore dei suoi attivi tangibili.
La mancanza o la bassa distribuzione di dividendi contribuisce a un rendimento inferiore.
Le revisioni del fatturato e degli utili sono state costantemente negative nell’ultimo anno, con una maggioranza degli analisti che raccomanda di vendere o ridurre il titolo.
Anche il prezzo obiettivo medio degli analisti è stato rivisto al ribasso negli ultimi mesi, evidenziando un peggioramento generale delle prospettive secondo il consensus degli analisti. Allo stato attuale, il prezzo obiettivo medio a un anno esprime una sopravvalutazione superiore al 10%. Inoltre, la dispersione delle stime degli analisti suggerisce una mancanza di chiarezza sulle prospettive future o opinioni divergenti.
La settimana in corso potrebbe sancire la fine del tentativo rialzista cu abbiamo da fine gennaio. Una conferma di questo scenario potrebbe arrivare da una chiusura settimanale inferiore a 12,24 € e a seguire da una chiusura settimanale inferiore a 12,03 €. In questo caso il ribasso potrebbe svilupparsi secondo lo scenario indicato in figura dalla linea tratteggiata.
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