Dopo un anno difficile per gli asset digitali, molti investitori sono stati colti alla sprovvista dal recente crollo dell’exchange di criptovalute FTX.
Sebbene il futuro della società – e le indagini sugli asset scomparsi – siano ancora in un limbo, dato che FTX ha ottenuto la protezione dalla bancarotta, gli esperti dicono che ci sono alcune lezioni chiave che gli investitori in criptovalute dovrebbero apprendere.
A parlarne, negli ultimi giorni, è stato soprattutto Jon Ulin, analista finanziario e CEO di Ulin & Co. Wealth Management di Boca Raton, Florida. Ecco le quattro lezioni che ha riassunto.
Conoscere i rischi della modalità con cui si detengono le criptovalute
Gli investitori devono capire dove sono detenute le valute digitali e i possibili rischi legati alla conservazione degli asset. Da questo punto di vista, forse il crollo di FTX finirà per essere positivo per le società finanziarie tradizionali che stanno entrando nell’ecosistema delle criptovalute, perché sono dotate di un certo livello di fiducia e affidabilità sul mercato.
Il crollo di FTX ha anche rinnovato l’interesse per il cold storage, ovvero per la messa offline della valuta digitale al fine di renderla meno suscettibile agli hacker. Tuttavia, la mossa rende gli asset meno liquidi e più difficili da scambiare rapidamente.
La diversificazione è sempre importante
Sia che si investa in azioni, criptovalute o altri asset, gli esperti affermano che una percentuale elevata di una singola partecipazione può essere rischiosa. La diversificazione è dunque sempre importante: per gli individui che hanno un’allocazione molto elevata in criptovalute, sia in FTX che non, il crollo dei prezzi delle criptovalute di quest’anno è stata una dolorosa lezione sull’importanza di diversificare le proprie classi di investimento…
Insomma, il crollo di FTX dovrebbe essere una lezione sul fatto che qualsiasi società, sia essa un exchange di criptovalute o un’attività più tradizionale, può fallire in tempi di crisi.
Nel valutare le allocazioni di portafoglio, ha detto, il 5% su un singolo asset inizia a essere rilevante e il 10% è sicuramente un’eccessiva concentrazione, sebbene per alcuni investitori possano esistere circostanze attenuanti.
Il futuro porterà in dote una maggiore regolamentazione delle criptovalute
Il dibattito su come le criptovalute debbano essere classificate e regolamentate è in corso in tutto il mondo e si è intensificato in seguito alle conseguenze dell’FTX.
Negli Stati Uniti, ad esempio, già a giugno era stata avanzata una proposta di legge per creare una struttura normativa per le valute digitali, definendo la maggior parte degli asset come materie prime, come l’oro o il petrolio, che sono supervisionate dalla Commodity Futures Trading Commission.
Secondo gli esperti, il crollo dell’FTX potrebbe accelerare queste discussioni – e accelerare i tempi per le linee guida future.
Bisogna sempre eseguire il backup dei dati delle transazioni in criptovalute
Indipendentemente dal luogo in cui si detiene la valuta digitale, gli esperti suggeriscono di scaricare periodicamente la cronologia delle transazioni.
La raccolta dei documenti di rendicontazione è una delle parti più critiche nella gestione fiscale delle criptovalute. Anche in questo caso, la gestione del caso di FTX insegna tanto: due settimane fa pochissime persone sospettavano che l’exchange avrebbe affrontato questo problema.
Inoltre, grazie al monitoraggio durante tutto l’anno, si avrà una migliore percezione dei propri profitti e delle proprie perdite, rendendo più facile la gestione fiscale con strategie mirate, come il tax-loss harvesting.