Addio alla pensione anticipata nel 2024: molti non potranno uscire dal lavoro prima dell’anno seguente. Vediamo cosa accadrà.
Stretta durissima del Governo Meloni sulle pensioni anticipate. Solo in pochissimi casi nel 2024 si potrà uscire dal lavoro con qualche anno di anticipo.
Agevolare le uscite anticipate dal lavoro era un obiettivo del Governo di Giorgia Meloni condiviso anche dai sindacati. Ciò soprattutto nell’ottica di favorire il ricambio generazionale nel mondo professionale. Purtroppo il crollo delle nascite, la fuga dei cervelli all’estero e la mancanza di giovani specializzati in grado di sostituire chi andrà in pensione ha costretto a rivedere i piani.
Tutti i problemi sopra elencati uniti allo stato in cui versano le casse dell’Inps, ha indotto il Governo Meloni a mettere un freno alle pensioni anticipate. Anzi: a introdurre dei disincentivi. Nel 2024, a parte rare eccezioni, ben pochi riusciranno ad uscire dal lavoro prima di aver spento 67 candeline sulla torta di compleanno.
Addio alla pensione anticipata nel 2024
Brutta stangata per migliaia di lavoratori che speravano di non dover più andare a lavorare dal 2024. Molte pensioni anticipate slittano al 2025. Ma cosa succederà nello specifico? Innanzitutto, è stata riconfermata per il 2024 la tanto discussa Quota 103: grazie a questa misura migliaia di lavoratori potranno andare in pensione a 62 anni, con almeno 41 anni di contributi. Tuttavia le finestre di uscita – cioè il tempo che intercorre tra il raggiungimento dei requisiti e il primo assegno previdenziale – si allungheranno.
Queste, infatti, passeranno da 3 mesi a 7 per i lavoratori del settore privato e da 6 mesi a 9 per i dipendenti pubblici. Pertanto molti di coloro che compiranno 62 anni nel 2024, di fatto, non vedranno la pensione prima del 2025. Ancora peggio per quel che riguarda Opzione donna. In tal caso l’età pensionabile passerà da 60 anni a 61 nel 2024, mentre il requisito contributivo resterà di 35 anni. Le finestre di uscita saranno di 12 mesi per le lavoratrici dipendenti sia del privato che del pubblico e di 18 mesi per quelle autonome.
Niente pensione, dunque, fino al 2025. Chi invece accederà alla prestazione anticipata ordinaria avendo raggiunto 42 anni e 10 medi di contributi – o 41 anni e 10 mesi per le donne – dovrà attendere 3 mesi se lavora nel privato oppure 6 se è impegnato nel pubblico. Salvi coloro che accederanno alla pensione di vecchiaia ordinaria a 67 anni. In questo caso, arriverà già il mese successivo al raggiungimento dei requisiti anagrafici e contributivi.
Stesso discorso per quanto riguarda Ape sociale, con cui dal 2024 l’età pensionabile passerà da 63 anni a 63 anni e 5 mesi, mentre il requisito contributivo resterà di 30 anni. Anche chi accederà alla pensione con tale misura riceverà il primo assegno previdenziale già dal mese successivo al raggiungimento dei requisiti. Tuttavia questa si rivolge solo a categorie specifiche: caregiver da almeno 6 mesi, invalidi almeno al 74%, disoccupati e addetti a mansioni gravose da almeno 7 anni negli ultimi 10.