È fresco di pubblicazione il Report ISAT in merito alla stima di alcune macro variabili nazionali. Stiamo parlando dello studio “I conti nazionali per il settore istituzionale – anni 1995-2023”, in cui si parla anche di risparmio delle famiglie e dei profitti delle imprese.
Presentiamone i passaggi chiave. Anticipiamo solo che nel 2023 è aumentato del 4,7% il reddito disponibile delle famiglie ma è crollata al minimo storico questa virtù degli italiani. A quale virtù ci riferiamo? Della propensione al risparmio.
Dal lavoro ISTAT si apprende che nel 2022 è cresciuto il valore aggiunto corrente prodotto dall’economia nazionale nel suo complesso. Valutato a prezzi base, esso è cresciuto del 6,4% rispetto al 2022, mentre era salito dell’8,9% nel 2021 e del 7,8% nel 2022. Qual è, invece, lo stato di salute delle famiglie italiane? A grandi linee potremmo dire che ci sono belle e brutte notizie. Iniziamo dalle prime. L’anno scorso il reddito disponibile delle famiglie consumatrici è cresciuto del 4,7%, mentre era salito del 5,7% nel 2022, pari a 58,7 miliardi di euro in valori assoluti.
Nel dettaglio, nel 2023 il reddito primario delle famiglie è salito di 75,2 mld di €, il +5,6%. Gli apporti positivi sono derivati da più fronti. Si tratta di redditi da lavoro dipendente (+35,7 mld di €, +4,5%), attività imprenditoriali (+18,6 mld di €, +5,4%), uso delle abitazioni di proprietà (+10,2 mld di €, +6,7%), redditi da capitale finanziario (+10,7 mld di €, +17,6%).
Tuttavia, l’incremento del reddito disponibile delle famiglie è chiamato a fare i conti con l’inflazione. Il carovita degli ultimi mesi, infatti, ha eroso la portata effettive di questi aumenti. Lo dicono i dati dell’Istituto di Statistica, per i quali la crescita dei prezzi ha generato una contrazione del potere d’acquisto dello 0,5%, dopo il –1,8% del 2022. Il riferimento è al reddito disponibile espresso in termini reali.
Purtroppo, non è finito lo spazio delle brutte notizie, sempre per colpa del carovita. Il sostenuto trend della spesa per consumi finali delle famiglie (+74,6 mld di €, +6,5%) rispetto al reddito disponibile ne ha eroso la capacità di risparmio. In altri termini, nel 2023 è calata la propensione al risparmio delle famiglie, espressione con cui s’intende il rapporto tra risparmio lordo e reddito disponibile lordo corretto.
Detta in numeri, l’attitudine a risparmiare degli italiani è passata dal 7,8% del 2022 al 6,3% del 2023. Si tratta del valore più basso dal 1995, che è l’anno di inizio del periodo di riferimento dei conti ISTAT. Alla minore capacità di risparmio si accompagna anche la discesa del tasso di investimento delle famiglie. Esso è passato dal 9,2% del 2022 al 9,0% dell’anno scorso.
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