Aumentano ancora i Paesi membri della Nato, con l’ingresso della Svezia. E cresce la pressione contro la Russia
Il segretario di Stato americano Antony Blinken ha preannunciato ieri, in un’intervista a Euronews, che Stoccolma sarebbe entrata nella Nato entro l’estate. Sarà il trentunesimo Paese membro, avendo ottenuto all’improvviso il consenso della Turchia. Dopo un incontro trilaterale con Svezia e Turchia, il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg ha potuto dare l’annuncio. In coincidenza con il vertice atlantico di Vilnius che ha riunito i leader dei Paesi sostenitori dell’Ucraina nella guerra contro l’invasione russa.
Stoltenberg ha dichiarato che il parlamento turco avrà tutto il tempo necessario per ratificare l’accordo. Basta l’impegno, senza alcuna scadenza temporale. In effetti Tayyip Erdogan ha vinto le recenti elezioni senza ampio margine. Da molto tempo il presidente di Ankara si oppone al via libera alla Svezia, accusata di favorire il Pkk, il partito dei lavoratori curdi, considerato gruppo terrorista anche dagli Stati Uniti. Di nuovo, saranno i curdi a pagare le conseguenze della decisione, pur essendo stati decisivi nella guerra all’Isis. La questione curda rimane quindi aperta.
La Nato si espande ancora: entra la Svezia
D’altra parte Erdogan, dopo un anno di ostruzionismo, ha dato prova di duttilità e conseguentemente anche la Turchia, secondo gli ultimi accordi, potrà entrare nell’Unione europea. Decisiva, secondo gli osservatori, è stata un’affermazione del presidente americano Joe Biden, interpretata come il consenso alla vendita di 40 caccia F-16 alla Turchia più alcuni kit per modernizzare altri arei da guerra già in possesso dell’aviazione turca. Da parte propria, la Svezia ha dovuto approvare una legge antiterrorismo, che colpisce gli aderenti al Pkk che si trovano in Svezia. Uno di loro è stato recentemente arrestato per aver tentato di finanziare il partito curdo.
Joe Biden dopo aver saputo del via libera turco alla Svezia, ha affermato di essere pronto a collaborare con Ankara per migliorare la difesa e la deterrenza nell’area euro-asiatica. Quest’apertura è stata intesa come un riferimento alla vendita degli F-16 e dei kit di ammodernamento, su cui la Casa Bianca si era detta disponibile da tempo. Le decisioni principali sul futuro dell’Europa sono prese a Washington: è il caso di ribadirlo.
Erdogan ora potrà acquistare 40 caccia F-16
Il recente, clamoroso rogo del Corano, avvenuto a Stoccolma da parte di un cittadino svedese di origini irachene, ateo, è stato diplomaticamente ridimensionato. Il governo svedese l’ha condannato moralmente, sconsigliando di usare in quel modo la libertà d’espressione. L’opposizione dell’Ungheria, a propria volta, sarà superata senza particolari difficoltà, come ha ribadito Jens Stoltenberg.
Dà da pensare il destino dell’Ue, sempre più condizionata dalle strategie militari della Nato e dei Paesi membri. Che la Turchia si unisca a Bruxelles ha sempre suscitato molti dubbi, a causa dell’autoritarismo crescente di Ankara, che si riconosce in modo sempre più rigoroso nell’Islam. L’Ue è comunque disposta a riaprire il dialogo e a trattare sulla liberalizzazione dei visti e sull’unione doganale.
L’effetto potrà essere che i cittadini turchi che vorranno entrare nell’Ue non avranno più bisogno di visto, come gli europei che oggi liberamente entrano in Turchia. L’intesa doganale inoltre comporterebbe un più facile accesso delle merci turche nei mercati europei.
I problemi più gravi e urgenti riguardano il presidente russo Vladimir Putin. Il quale si ritrova il mar Baltico interamente sotto il controllo della Nato, grazie all’ingresso di Stoccolma. L’accesso al mare del Nord potrà essere ben più difficile. L’invasione dell’Ucraina, occorre rammentare, è stata motivata da parte russa anche con la continua espansione della Nato verso oriente.
E’ stata lodata la malleabilità di Putin, che ha perdonato Evgeny Prigozhin dopo averlo chiamato traditore. I 13 aviatori russi uccisi dalla Wagner durante la marcia verso Mosca pesano meno, sul tavolo delle trattative. Lo zar ha bisogno infatti della potenza militare della Wagner in Ucraina, ora che la simbolica Bakmut, conquistata dalla legione di mercenari, rischia di essere presa dagli ucraini.
Il ministro della Difesa Shoigu e il generale Gerasimov, entrambi particolarmente sgraditi a Prigozhin, che avrebbe condotto la rivolta innanzitutto contro di loro, sono già riapparsi in pubblico, mantenendo il loro ruolo. Quali concessioni abbia fatto lo zar all’amico e sodale, per ora non è certo.