Una misura che sta riscuotendo parecchio successo è senza dubbio il Bonus mamma lavoratrice. Molte le donne che hanno già provveduto ad inviare ai datori di lavoro i dati dei figli a carico grazie ai quali riceveranno l’agevolazione. E molte altre ci stanno pensando, perché fa gola a tanti l’idea di ricevere una busta paga più alta grazie a questo Bonus. Ma siamo sicuri che sia una misura che conviene a tutte le lavoratrici?
Infatti, molti dubbi si possono avanzare riguardo alla bontà del provvedimento. Si tratta di uno sgravio contributivo relativo alla sola parte di contribuzione a carico delle lavoratrici. E già questo dovrebbe prima di tutto spingere le interessate agli opportuni calcoli. Perché lo sai che il Bonus mamma lavoratrice non conviene a tutte?
Il Bonus non è altro che uno sgravio dei contributi che la lavoratrice versa ogni mese. Sgravio significa non versare e quindi al posto della trattenuta mensile del 9,19% ecco che questo Bonus resterebbe in busta paga. Il 9,19% è l’aliquota a carico della stessa lavoratrice. Va ricordato che l’aliquota contributiva totale che una dipendente ha sul suo stipendio è pari al 33%. Di questo il 9,19% lo versa la lavoratrice stessa. ma con il taglio del cuneo fiscale ecco che già senza bonus, nessuna versa effettivamente questa percentuale sul suo stipendio, Infatti c’è lo sgravio del 7% per lavoratori con reddito fino a 25.000 euro e del 6% per redditi tra 25.000 e 35.000 euro. Evidente che il vedo Bonus fruibile per questo genere di lavoratrici è lo sgravio di ciò che resta da pagare dopo l’applicazione del taglio del cuneo fiscale. Cioè, il 3,19% ed il 2,19%.
Guadagno ben inferiore al 9,19% quindi. Ma vanno considerati altri aspetti che forse vengono sottovalutati. Per esempio, il minor gettito contributivo e previdenziale può portare ad un aumento del reddito imponibile. Significa che aumentando ciò che finisce nelle tasche della lavoratrice, aumenta il totale su cui si deve versare l’IRPEF. Più stipendio è uguale a più redditi. Ed a cascata, a più Imposta da versare.
Allo stesso modo l’aumento dello stipendio può portare ad un aumento dell’ISEE. E questo è un altro fattore da considerare visto che molti utilizzano questo strumento per altri bonus ed altre agevolazioni. Basta pensare che salendo l’indicatore ISEE scende l’Assegno Unico sui figli a carico. oppure si esce fuori dal perimetro dei Bonus sociali su luce e gas. In parole povere, per colpa di un piccolo incremento di stipendio, con taglio dei contributi da versare, si rischia di perdere altri soldi da altre parti. Ogni caso deve essere approfondito singolarmente. Solo così si può valutare bene la convenienza ad una misura che a prima vista può sembrare allettante, ma che invece non lo è.
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