La chiusura del 26 luglio ha sancito la peggiore performance settimanale di STMicroelectronics degli ultimi quattro anni. Nonostante ciò il ribasso potrebbe non essersi ancora concluso. Anche la settimana in corso, infatti, dopo una tentativo di ripresa sta volgendo al peggio. Ma cosa pensano gli analisti della società italo-francese?
Lunedì 29 luglio, Bank of America (BofA) Securities ha mantenuto un rating “Buy” su STMicroelectronics con un obiettivo di prezzo di 46,00 dollari. L’analisi indica che la società di semiconduttori può ridurre i costi del 4%-6% adattandosi ai cambiamenti nella domanda, pressioni sui prezzi e concorrenza, soprattutto in Cina. Tuttavia, i costi fissi elevati dovuti all’espansione degli impianti e la partecipazione significativa di Francia e Italia (27,5% delle azioni) potrebbero limitare queste riduzioni per mantenere l’occupazione nei rispettivi paesi.
Nonostante le difficoltà, BofA Securities considera STMicroelectronics un’opportunità interessante grazie alla sua valutazione, con un rapporto prezzo/utili previsto per il 2026 inferiore a 10 e un rapporto valore d’impresa/EBITDA di 5,3. L’obiettivo di prezzo di 46,00 dollari riflette la fiducia nella capacità dell’azienda di affrontare le condizioni di mercato difficili.
Recentemente, STMicroelectronics ha affrontato alti livelli di scorte e una domanda debole nei settori industriale e automobilistico, con una guidance sugli utili inferiore alle attese per il terzo trimestre e il 2024, e margini lordi in calo. Nonostante ciò, Craig-Hallum ha mantenuto un rating “Buy” con un obiettivo di prezzo ridotto a 42 dollari, mentre Goldman Sachs ha aggiornato il titolo da “Sell” a “Neutral” con un obiettivo di prezzo di 42,50 euro, riconoscendo un miglioramento della domanda in vari mercati.
Se consideriamo le raccomandazioni pubblicate negli ultimi 3 mesi scopriamo che il rating medio è Compra con un prezzo obiettivo medio a un anno che esprime una sottovalutazione di oltre il 30% rispetto ai prezzi attuali.
Nulla sembra poter ostacolare la discesa delle quotazioni secondo lo scenario indicato in figura. Solo una chiusura settimanale superiore a 36,1 € potrebbe favorire una ripresa del rialzo.
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