In una seduta al termine della quale il Ftse Mib ha chiuso invariato, le azioni ENI hanno perso oltre il 2% spinte al ribasso da crollo del petrolio che da inizio settimana ha perso oltre il 5%. Eppure dal fronte societario arrivano buone notizie dalla controllata Plenitude. Cosa potrebbe accadere nelle prossime settimane?
I numeri della società Plenitude
Plenitude, precedentemente nota come ENI gas e luce, ha registrato un solido risultato operativo adjusted e un utile netto adjusted in aumento del 50% rispetto al 2022, trainati dal settore retail e dall’espansione delle capacità rinnovabili. Tuttavia, l’aumento dei tassi e dell’indebitamento ha portato a maggiori oneri finanziari, mentre gli oneri netti sulle partecipazioni sono cresciuti a causa di performance deludenti delle partecipate. Nonostante ciò, l’EBITDA pro-forma è triplicato rispetto al 2018, con previsioni di ulteriore crescita.
Il focus sull’integrazione dei principi di sostenibilità nel modello di business si riflette nel Report di Sostenibilità e Relazione di Impatto, evidenziando l’impegno per avere un impatto positivo sulle comunità e sull’ambiente.
Sebbene i prezzi più bassi abbiano parzialmente assorbito il capitale circolante, il flusso di cassa netto da attività operativa è stato positivo, beneficiando delle azioni di gestione dei prezzi. Tuttavia, gli investimenti tecnici e le acquisizioni hanno determinato un Free cash flow negativo, contribuendo all’incremento del debito finanziario netto.
Plenitude, controllata da ENI, opera in oltre 15 Paesi con un modello di business integrato che comprende la produzione di energia da fonti rinnovabili, la vendita di energia e soluzioni energetiche e una rete di ricarica per veicoli elettrici. L’azienda punta a espandersi ulteriormente entro il 2027, aumentando il numero di clienti, la capacità rinnovabile e i punti di ricarica.
Le indicazioni dell’analisi grafica sul titolo ENI
Se la settimana dovesse chiudere su questi livelli i ribassisti avrebbero assestato un bel colpo alle velleità dei rialzisti. Una conferma in tal senso potrebbe arrivare da una chiusura settimanale inferiore a 4,804 €. Solo la rottura di area 14,179 €, però, potrebbe dare una chiara svolta ribassista. Già in passato, infatti, questo livello aveva frenato la spinta ribassista.
I rialzisti, invece, potrebbero riprendere forza nel caso di una chiusura settimanale superiore a 15,191 €.
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