Al termine della settimana che ha visto la vendita del 2,8% del capitale di ENI da parte del Ministero dell’Economia e della Finanza, le quotazioni hanno registrato una della peggiori performance del Ftse Mib. Cosa potrebbe accadere nel corso delle prossime settimane? Ricordiamo che il 20 maggio il titolo staccherà la quarta rata del dividendo per 0,23 € su un dividendo annuale totale di 0,94 €.
Il Tesoro ha completato la cessione del 2,8% di ENI, avviata il 15 maggio, attraverso una procedura accelerata di raccolta ordini che ha coinvolto 91.965.735 azioni ordinarie del gruppo. L’operazione è avvenuta a un prezzo unitario di 14,855 € per azione, con uno sconto dell’1,7% rispetto al prezzo di chiusura di 15,1 € registrato in borsa lo stesso giorno. Conseguentemente le azioni hanno preso la strada del ribasso.
L’incasso per il Ministero dell’Economia e Finanze (MEF) è di 1,366 miliardi di euro e la cessione sarà regolata il 20 maggio 2024. Con questa vendita, il MEF completa un’operazione programmata a valle di un programma di buyback avviato dalla società. Attualmente, il Tesoro e la Cassa Depositi e Prestiti (CDP) detengono complessivamente il 30% del capitale di ENI, con il MEF che possiede direttamente una quota ridotta intorno al 2%, mentre la CDP, che fa capo al MEF, detiene il 28,503%.
L’operazione è stata gestita da un consorzio di banche costituito da Goldman Sachs International, Jefferies e UBS Europe SE in qualità di Joint Global Coordinators e Joint Bookrunners, con l’obiettivo di promuovere il collocamento delle azioni presso investitori qualificati in Italia e istituzionali esteri. Il MEF si è impegnato con i coordinatori e bookrunners a non vendere ulteriori azioni di ENI sul mercato per un periodo di 90 giorni senza il loro consenso, salvo esenzioni come da prassi di mercato.
Questa decisione segue la conclusione anticipata del programma di buyback di ENI da 2,2 miliardi di euro, che ha aperto la strada al collocamento di un’altra tranche di azioni, in linea con le intenzioni del governo di privatizzare ulteriormente il gruppo. La nuova privatizzazione era prevista tra il 3 e il 4%, considerando che ENI non ha annullato tutte le azioni riacquistate, mantenendo la quota pubblica intorno al 33,4%.
Il 15 maggio, l’assemblea degli azionisti di ENI ha approvato un nuovo programma di buyback fino a 3,5 miliardi di euro, di cui 1,6 miliardi nel 2024. Tra il 4 e il 5 marzo 2024, ENI ha riacquistato 706.279 azioni proprie sull’Euronext Milan, pari allo 0,02% del capitale sociale, per un valore complessivo di circa 10,15 milioni di euro, completando così la seconda tranche del programma di acquisto di azioni proprie avviato il 4 settembre 2023. In questa tranche, ENI ha acquistato complessivamente 91.447.368 azioni proprie, pari al 2,71% del capitale sociale, per un valore complessivo superiore a 1,374 miliardi di euro.
Al 5 marzo 2024, ENI deteneva 181.668.440 azioni proprie, pari al 5,38% del capitale sociale, considerando le azioni proprie già in portafoglio, l’annullamento di 195.550.084 azioni e l’assegnazione di azioni ordinarie ai dirigenti come previsto dal piano di incentivazione di lungo termine 2020-2022.
Le azioni ENI sono ancora sospese tra rialzo e ribasso. Come si vede dal grafico, infatti, le quotazioni da alcune settimane si stanno muovendo all’interno di un trading range la cui rottura potrebbe favorire una ripresa del rialzo (scenario indicato dalla linea continua) oppure del ribasso (scenario indicato dalla linea tratteggiata). Monitorare, quindi, con attenzione la rottura in chiusura di settimana della resistenza in area 15,462 € oppure di area 14,179 €.
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