Il libro Italia profonda di Arminio Ferretti, nasce così come ha dichiarato il celebre cantautore da una conversazione pubblica in un pomeriggio a Palazzo dei piceni Roma.
Questa conversazione tra questi due importanti personaggi è stata poi ripresa in privato per trasformarsi in un piccolo pamphlet e cioè una serie di riflessioni quotidiane proprio di Giovanni Lindo Ferretti.
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Già dalla copertina del libro Italia profonda di Arminio Ferretti si capisce di cosa si tratta visto che si parla di Italia quasi unitaria d’altri tempi e cioè più lenta senza smartphone o dispositivi elettronici e con le carte stradali come unica guida per girare il paese.
Questo libro è stato definito particolare da Giovanni Ferretti perché all’interno troviamo una certa polemica relativa ai tempi moderni e soprattutto di natura politica, però allo stesso tempo ci sono parole che trasmettono un senso di pace e di armistizio.
Ci sono quindi delle recessioni molto profonde ed emozionanti sull’Italia come quelle che ora li porteremo Testualmente che sono state condivise da “Franco Arminio” Il sacro dell’Appennino non lo trovi ovunque. Però senti che puoi cercarlo, è un mondo di pieghe non tutte stirate, di buchi non chiusi, di fessure che non sai dove finiscono.
Il dialogo è tenuto in piedi da Giovanni Lindo Ferretti, leader e anima di uno dei più grandi gruppi rock italiano alternative cioè i CCCP il cui l’altro leader era Massimo Zamboni.
L’altro autore di questo libro è Franco Arminio poeta regista e che si definisce pescatore della Desolazione e paesologo. Parliamo di due dei volti più rappresentativi tra quelli che difendono la cultura appenninica e anche un mondo che è lontano da una visione semplicistica, ma prova ad opporsi alla sua cancellazione.
Entrambi però sembrano andare nella stessa direzione senza grandi distinzioni per quanto riguarda la necessità urgente di ripensare in maniera radicale le politiche europee perché come scrivono entrambi l’ Europa è più interessata alle banche che ai paesi.
Tutto questo viene trasferito nel racconto e nel rapporto personale con le proprie radici che vengono descritte con grande intensità e pathos.
In questo libro secondo i critici Giovanni Lindo Ferretti sembra quasi più sclerotizzato in se stesso e della sua famiglia la quale scrive con troppa insistenza in una storia più complessa della cristianità.
Infatti sembra quasi un po’ incastrato nella forma del dialogo a due voci nel senso che è la sua classica poesia e alla sua grande immaginazione mistica che sono state espresse grazie alle sue parole che in questo caso non trovano spazio per esprimersi anche per innalzarsi.
Sembra quasi troppo impegnato a riportare il discorso su una sua questione privata alla quale è legato però in alcuni passaggi recupera lo smalto come per esempio quando scrive che la poesia è un’attitudine complessiva dello sguardo e soprattutto quando in maniera molto lucida, racconta e indica quella che dovrebbe essere una strada diversa per vivere il concetto di comunità:
“Prima di tornarmene a casa la mia idea di comunità era: persone che pensano gli stessi pensieri, hanno gli stessi gusti, più o meno la stessa età. La comunità naturale è l’esatto opposto: si vive con gente che non si è scelto ma che ha permesso e determina la nostra esistenza, legittimità e prima esperienza. Ci si conosce, confronta e scontra”.
Arminio invece è quel poeta che nelle sue parole evoca una civiltà della geografia ma non solo perché ama gli alberi solitari più della stessa comunità appenninica che viene considerata quasi come indefinita.
Afferma infatti di essere fedele più ai luoghi e alla loro luce piuttosto che alle persone del posto. La loro idea sulla politica è abbastanza chiara e anche molto concreta rispetto agli obiettivi che bisognerebbe raggiungere, che sono legati al fare senza persersi nei dogmi.
Le sue parole sono nello specifico “Forse lo spavento è la mia fede”.
In sintesi possiamo dire che il libro Italia profonda di Arminio Ferretti risulta essere da un lato molto leggero, ma comunque ha un gran peso per quanto riguarda la profondità dei pensieri.
Secondo quello che affermano i critici, quindi questo libro è come se fosse un brevetto stabile o anche una guida che ci può suggerire diverse traiettorie ,rispetto a quello che è il pensiero unico dominante.
Per quanto riguarda Franco Armeno diciamo che è un poeta scrittore e regista italiano che nasce a Bisaccia il 19 febbraio del 1960. Durante la sua carriera ha collaborato con giornali importanti quali Il Fatto Quotidiano, Il Manifesto e il Corriere della Sera, oltre a essere stato un promotore di battaglie civili e anche documentarista perché per esempio si è battuto contro la chiusura dell’ospedale di Brescia nonchè contro l’installazione delle discariche nel formicoso.
Uno dei momenti per lui più positivi è stato nel 2009 quando è stato candidato al premio Napoli con l’opera vento forte tra Lacedonia e Candela, appunti e esercizi di paesologia .
Infine ricordiamo che ha anche ricevuto il bronzo dorato all’arte poetica nel festival animavi, cinema d’animazione arte poetica.
Invece come abbiamo già accennato Giovanni Lindo Ferretti è un cantautore scrittore italiano nato il 9 settembre del 1953. Famoso per essere stato uno dei Leader e cantante della band CCCP fedeli alla linea ma anche delle successive costole del gruppo e cioè CSI e PGR.
Nell’ambito musicale alternativo italiano ha sempre avuto un grande ruolo visto che è stato considerato uno addirittura uno dei padri del Punk italiano. Il suo successo nasce già negli anni 80, ma continua anche negli anni 90 grazie anche alla scena musicale New Wave che parte da Firenze, e che vede protagonisti anche altri grandi gruppi come i fiorentini Litfiba .
Famoso anche per il suo impegno politico e civile che viene espresso nei primi anni 70 quando si avvicina prima a Lotta Continua per poi iscriversi al Partito Comunista Italiano.
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