Tra i vari documenti da presentare ai fini ISEE, regna confusione in merito alle pensioni di invalidità: ecco cosa va dichiarato obbligatoriamente.
Il calcolo dell’ISEE nel 2024 subisce delle variazioni in relazione alle novità introdotte dalla Legge di Bilancio. A cambiare è anche la modulistica della Dsu che avrà un modello differente. Con il messaggio INPS n° 4536 del 18 dicembre 2023, si chiarisce qualsiasi dubbio in merito alle novità, nonché le istruzioni per compilare tutto al meglio. Queste riguardano prettamente la struttura, insieme a diverse informazioni riadattate al nuovo anno.
Come sempre, sia i redditi che la situazione patrimoniale sono riferiti ai due anni precedenti (in questo caso al 2022); mentre la composizione del nucleo familiare riguarda il momento in cui si presenta la richiesta. L’attestazione ISEE è possibile presentarla da gennaio, visto che la scadenza è fissata per il 31 dicembre 2023. Ovviamente, nulla vieta di farlo in ogni periodo dell’anno, ma a chi usufruisce di agevolazioni e supporti economici conviene fornirla quanto prima possibile.
Tra i vari dubbi in merito alla compilazione, regna una certa confusione sulla necessità o meno di dichiarare l’eventuale pensione di invalidità. Le entrate economiche innalzano inevitabilmente la soglia ISEE, ma omettere alcune informazioni potrebbe portare a importanti sanzioni. Per questo motivo è bene fare chiarezza su cosa è obbligatorio inserire e cosa non lo è.
ISEE 2024: indennità ai disabili e pensione di inabilità previdenziale, cosa bisogna sapere
Le indennità di accompagnamento, la pensione e l’assegno di invalidità civile sono prestazioni volte in supporto a categorie specifiche che presentano una o più patologie invalidanti. Anche per questo 2024, le regole sono chiare in merito alla dichiarazione ISEE.
Sebbene sia anch’essa una forma di reddito, la legge n. 89 del 2016, esclude dall’indicatore la rilevanza dei trattamenti assistenziali, previdenziali e indennitari ai fini IRPEF. Oltre ad essere esenti da imposizione fiscale, queste prestazioni non sono rilevanti e non vanno dunque dichiarate nel momento in cui si compila la Dsu ai fini ISEE.
Come viene riportato dalle indicazioni INPS: “L’indennità di accompagnamento e tutte le forme risarcitorie servono non a remunerare alcunché, né certo all’accumulo del patrimonio personale, bensì a compensare un’oggettiva ed ontologica situazione di inabilità che provoca in sé e per sé disagi e diminuzione di capacità reddituale”.
Lo stesso vale per la pensione di guerra, sebbene è doveroso precisare che rientrano nella dichiarazione ISEE le pensioni di reversibilità di questa categoria. A dover essere segnalata obbligatoriamente è la pensione di invalidità previdenziale, volta a supporto di chi possiede un’invalidità riconosciuta del 100%. Questo supporto economico, va dunque inserito nella DSU e calcolato ai fini ISEE.