A fine 2021, un anno dopo dalla pandemia da Covid che ha sconvolto, e a tratti distrutto, l’esistenza di molti cittadini, non mancava chi intravedeva scenari cupi e foschi per le Borsa mondiali. Non l’avessero mai detto! Dopo un crollo pesante tra febbraio e (soprattutto) marzo 2022, quando la Russia mosse guerra all’Ucraina, dall’autunno di quell’anno i mercati hanno messo le ali.
Tranne eccezioni, i mercati azionari delle principali economie mondiali vengono da un 2023 fantastico, per la gioia di chi ha creduto nella potenza delle Borsa. Del resto, al netto di casistiche drastiche e uniche nel loro genere, quale la fine del Mondo, poi l’Umanità è per natura destinata a progredire ed avanzare. È nella mission del genere umano, c’è poco da fare e nessuno può invertire questo semplice, quanto ineludibile destino.
Per quest’anno molto resta da scrivere: siamo ancora a marzo e tutto può succedere da qui a dicembre. Intanto, è incredibile di quanto sono saliti in 70 giorni i principali listini azionari mondiali e non mancano rialzi a doppia cifra! La nostra analisi prende a riferimento l’intervallo che va dall’inizio dell’anno alla fine della scora ottava.
Le serie storiche insegnano che più profonde sono le cadute di Borsa e in genere (ma non sempre) più esplosive sono le ripartenze negli anni successivi. A grandi linee si tratta di capire se un tonfo dei listini è l’occasione giusta per andare long, e in quali tempi, in quali pesi e con quali target e strategie operative.
Sempre in termini generali, l’importante è diversificare il più possibile (ad esempio in base al PIL mondiale) e avere una vision di lungo termine, almeno di 5-7 anni. Un singolo mercato azionario (o titolo azionario) si può anche inabissare e lì rimanerci a lunghissimo prima di e/o senza riuscire a recuperare il terreno perso. È un film già visto e potrà continuare a succedere anche in futuro. Ma che tutte le Borse del Mondo collassino e non si riprendano mai più a vita assomiglia più a una circostanza unica e, semplicemente, irripetibile.
Per il piccolo investire i principali strumenti operativi possono passare per l’adesione a un fondo comune, attivo o passivo che sia. Anche con modesti capitali di partenza ci si assicura una ampia diversificazione del sottostante. certo, la differenza finale passa poi per la cura di tanti piccoli, ma fondamentali, dettagli. Tipo: il timing di ingresso, l’orizzonte temporale, il mercato di riferimento, i costi di gestione dello strumento prescelto, la politica dei dividendi, etc.
Veniamo ora ai numeri: di quanto sono saliti i principali indici mondiali? Con riferimento al Vecchio Continente, ecco la corsa di alcuni listini:
Di contro hanno il segno meno altri indici come il Ftse 100 londinese (–0.95%), l’indice portoghese PSI (–3,77%) e l’austriaco ATX (–1.64%). Infine, vediamo alcuni dei traguardi ad oggi raggiunti da alcune Borse mondiali fuori dall’Europa. Negli USA il Dow Jones segna +2,74% e l’S&P 500 il +7,42%, mentre in Canada l’S&P/TSX fa +3,72% e in Brasile il Bovespa registra un –5,30%. In Asia, infine, brilla il Giappone con il +18,63% del Nikkei 225, mentre il China A50 e l’Hang Seng di Hong Kong segnano, nell’ordine, +3,68% e –4,07%.
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