La vita è spesso fatta di scelte giuste al momento giusto. Vale tanto per le decisioni prese da giovani o da adulti nel campo della professione o della vita personale, quanto in quello degli investimenti. In questo caso la cura dei dettagli si misura in termini di ritorni e rendimenti totali, che possono fare la gioia o la delusione di una data operazione.
Torniamo indietro nel tempo di un semestre e mettiamo a confronto due titoli di Stato. Li accomuna l’emittente, la tassazione e il grado di rischio, mentre divergono per struttura dei rendimenti e, soprattutto, la durata complessiva. Ci chiediamo: in 6 mesi ha guadagnato di più chi ha comprato il BTP Valore 2028 o il BTP ISIN IT0005240350?
L’autunno scorso si è toccato il picco di periodo dei rendimenti sui sovereign bond, italiani inclusi. Sei mesi fa il BTP decennale ha offerto ritorni del 5% annuo lordo a scadenza, davvero tanto se si considerano gli attuali paradigmi del mercato obbligazionario. Tant’è che oggi lo stesso prodotto offre circa il 3,747%, più di un punto percentuale in meno in appena 6 mesi. Sulla distanza a 10 anni, fanno una differenza del 12,5% circa.
Nella prima settimana di ottobre 2023 il MEF lanciò la seconda serie del BTP Valore, quello in scadenza il 10 ottobre 2028 (durata 5 anni, in emissione). Il titolo paga una cedola annua del 4,10% il 1°, 2° e 3° anno, e del 4,50% il 4° e il 5°. A scadenza, e solo per chi ha comprato il bond in origine, è previsto il premio fedeltà dello 0,50% sul capitale sottoscritto.
Ora, quanto incasserebbe il sottoscrittore della prima ora se decidesse di rivenderlo agli attuali corsi di mercato? I due guadagni certi sono dati dalle due cedole (lo stacco è trimestrale) sinora elargite, quella del 10 gennaio e quella di ieri 10 aprile. Nel complesso fanno il 2,05% lordo, più il minuscolo rateo di un 1 giorno. Ad esso si aggiungerebbe il capital gain legato al fatto che il bond prezza sui 103,31 centesimi. Nel complesso si tratterebbe di un guadagno di poco più del 5,3% lordo in sei mesi.
E se in quei giorni invece di sottoscrivere il BTP Valore 2028 il risparmiatore avesse deciso di acquistare un BTP decennale?
Prendiamo il BTP con ISIN IT0005240350, cedola annua fissa al 2,45% lordo, emesso il 1° settembre 2016 e in scadenza alla stessa data del 2033. Al tempo del lancio del Valore 2028 si trattava di un decennale, mentre oggi ha una durata residua di circa 9,4 anni.
Ipotizziamo di averlo acquistato nei primi giorni di ottobre, quando prezzava tra gli 81 e gli 82 centesimi, e di averlo pagato per esempio a 81,50. In questo caso il guadagno certo deriverebbe dalla somma della cedola semestrale nel frattempo staccata e dal rateo maturato, all’incirca l’1,25%. La sorpresa starebbe però nell’apprezzamento dei corsi, saliti nel frattempo sui 90,75 centesimi. Cumulando il tutto, farebbero la bellezza del 10,00% netto circa in 6 mesi.
Insomma, “la sfida” sarebbe vinta dal decennale, ma è doveroso ripetere che si tratta di bond con caratteristiche differenti. Tipo la scadenza residua alla data dell’autunno scorso, a 5 e a 10 anni, e la struttura dei rendimenti, fissi e costanti in un caso e fissi e crescenti nell’altro.
Non è impossibile distinguere un testo generato dall’intelligenza artificiale rispetto a uno scritto da una…
Avete notato che in Italia i film al cinema escono sempre di giovedì? Come mai…
Avete mai pensato al motivo per cui le montagne russe si chiamano così? C’entra la…
Inizia la seconda metà del mese, ecco che cosa ci dice l’oroscopo dal 16 al…
Come mai nelle strade ci sono limiti di velocità diversi e come vengono stabiliti? Questo…
La petunia sta arrivando alla fine della sua fioritura, ma ecco alcuni consigli su come…