Sia pure a un ritmo meno sostenuto rispetto alle prime settimane dell’anno, continuano ad affluire sul mercato nuove emissioni corporate. Si tratta perlopiù di emittenti finanziari, banche in primis, alle prese con la raccolta di provviste da impiegare nell’esercizio delle loro ordinarie attività.
Soffermiamoci ora sul neo titolo emesso dalla banca inglese Barclays. Il titolo è denominato in euro, per cui non sussiste il rischio cambio per l’investitore nazionale. Ancora, il nuovo bond callable Barclays paga una cedola dell’8% lordo i primi 2 anni e poi tassi variabili fino al 2040. Vediamo di capire meglio come funziona.
L’obbligazione in questione è disponibile dallo scorso 18 marzo e ha data scadenza al 19 marzo del 2040. Si tratta quindi di un bond di lunga durata (16 anni complessivi), che richiede opportune valutazioni data la naturale scadenza del prodotto. Certo, nulla impedisce all’investitore di rivendere il titolo prima del termine, ai prezzi di mercato al tempo della liquidazione.
L’obbligazione ha codice ISIN XS2728016739, taglio minimo di 1.000 € e un periodo di sottoscrizione che va dal 18 marzo 2024 al 18 febbraio 2040 incluso. A naturale scadenza, oppure alla data di esercizio dell’eventuale call, la banca rimborserà sempre 1.000 € di nominale sottoscritto.
La struttura cedolare del bond prevede i seguenti tassi:
Come detto si tratta di un callable bond, poiché la banca inglese si è riservata la possibilità di estinguerlo anzitempo. L’eventuale esercizio della call (comprensivo dell’interesse finale del periodo in questione) avverrebbe con almeno 5 giorni lavorativi di preavviso. La prima data disponibile per l’estinzione anticipata è il 18 marzo 2026, poi le altre sono più o meno alla stessa data (tra il 18 e il 20 marzo, a seconda dell’anno) fino al 2040.
Dunque, il titolo presenta una ricca cedola per il primo biennio di vita, pari al 16% lordo totale. Da lì in poi tutto è da valutare in base alle effettive dinamiche dei tassi, specie dell’Euribor a 3 mesi da cui dipende il rendimento. Se fosse sempre dello 0,00% o negativo, il rendimento medio annuo lordo ponderato sarebbe all’1%, cioè il 16% del 1° biennio diviso i 16 anni di durata. Se fosse sempre del 6,00%, il ritorno lordo ponderato volerebbe al 6,25%.
Insomma, passa davvero tanta roba tra floor e cap che porta da un estremo all’altro i possibili giudizi sull’investimento. Tuttavia, e al netto dell’imponderabile, le probabilità maggiori sono per un tasso medio variabile collocato nella parte media o medio-bassa della forchetta floor-cap prestabilita. Anche alla luce del trend storico dell’Euribor a 3 mesi nel corso degli ultimi lustri.
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