Da inizio anno il cambio euro dollaro perde circa il 2,5%, cosa potrebbe accadere nei prossimi mesi? Come le politiche delle banche centrali potrebbero influenzare l’andamento della moneta unica europea contro il biglietto verde?
Le possibili mosse delle banche centrali e le possibili implicazioni
Il ribasso del cambio euro dollaro è stato guidato dalla divergenza monetaria tra la Federal Reserve e la Banca Centrale Europea (BCE). Mentre la Fed si prepara a un possibile taglio dei tassi nel novembre 2024, la BCE è orientata verso un allentamento della politica monetaria già nel prossimo meeting di giugno.
La differenza crescente tra i tassi di interesse negli Stati Uniti e nell’Eurozona spinge i capitali verso economie con rendimenti più alti, indebolendo l’euro. Tuttavia, la decisione della BCE di tagliare i tassi potrebbe indebolire ulteriormente la moneta unica. La Fed, al contrario, è in una posizione più attendista a causa dell’inflazione ancora sopra il 2% e di una forte economia americana.
La BCE è alle prese con una situazione economica eterogenea all’interno dell’Eurozona, con la Germania che segnala una crescita debole. Un euro più debole potrebbe aumentare i costi delle importazioni, contribuendo all’inflazione. Tuttavia, la BCE si trova di fronte a un dilemma: tagliare i tassi e indebolire ulteriormente l’euro, o attendere e rischiare di apparire incapace di agire in modo indipendente o di perseguire obiettivi fissi per il cambio euro-dollaro.
Christine Lagarde, presidente della BCE, spera che i prossimi dati economici negli Stati Uniti giustifichino una politica monetaria meno restrittiva da parte della Fed. Se ciò non accadrà, la BCE rischia di avviare un allentamento prematuro, frustrando i mercati e compromettendo ulteriormente il cambio euro dollaro.
Il cambio euro dollaro è ancora sospeso tra rialzo e ribasso: le indicazioni dell’analisi grafica
Dopo il tracollo di metà aprile, il ribasso sul cambio euro dollaro sembra essersi preso una pausa poggiandosi sul supporto in area 1,0628. Sono, quindi, quattro settimane che le quotazioni si muovono all’interno del trading range 1,0628 – 1,0824. Solo la rottura di uno di questi due livelli potrebbe dare direzionalità al cambio. In particolare, lo scenario ribassista più probabile è quello mostrato in figura che ha come punto di approdo un livello sotto la parità. Una conferma in tal senso potrebbe arrivare da una chiusura settimanale inferiore a 1,0312.